Vizzolo Predabissi, infermiere del pronto soccorso preso a pugni da un paziente

Scatta di nuovo l’allarme sicurezza per il personale del presidio ospedaliero. L’Asst : "Abbiamo telecamere e guardie armate di notte e disarmate di giorno. Ma non basta"

Il pronto soccorso dell’ospedale di Vizzolo Predabissi

Il pronto soccorso dell’ospedale di Vizzolo Predabissi

Vizzolo Predabissi (Milano) – Arrivato in pronto soccorso in stato di alterazione psico-fisica, un paziente 50enne ha aggredito uno degli infermieri in servizio in quel momento, colpendolo con un pugno al volto. È successo ieri mattina al Predabissi; la vittima ha una prognosi di sette giorni. L’aggressore, residente a San Donato, è già noto sia alle forze dell’ordine della zona sia all’ospedale vizzolese, dove ha totalizzato, negli anni, numerosi accessi. L’uomo è arrivato in pronto soccorso una prima volta nella notte tra mercoledì e giovedì, in ambulanza. Dimesso e rientrato a casa, si è ripresentato in pronto soccorso in mattinata, dopo che i familiari, nel timore che i suoi atteggiamenti potessero assumere una deriva aggressiva, avevano chiamato i carabinieri. L’uomo è stato quindi accompagnato (di nuovo) in ospedale.

Ma la situazione è precipitata, col 50enne che ha dato in escandescenze e, oltre a colpire l’infermiere, ha preso a calci un’ambulanza. Una situazione potenzialmente pericolosa, vista anche la corporatura massiccia dell’uomo, che in seguito all’episodio è stato sedato e tenuto sotto osservazione. Spetterà ora all’infermiere aggredito decidere se sporgere denuncia.

L’episodio ha contribuito a riportare in primo piano il tema delle aggressioni a carico del personale sanitario. All’Asst Melegnano e Martesana il 2022 si è chiuso con un centinaio di episodi, tra violenze fisiche e verbali, contro i 31 del 2021 (un anno ancora in parte condizionato dall’emergenza Covid). "Abbiamo telecamere, la guardia armata di notte e quella non armata di giorno; inoltre il nostro personale segue corsi di de-escalation – fanno sapere dall’Asst . Il problema è che spesso ci troviamo a gestire casi non legati a patologie cliniche, ma che hanno una forte connotazione sociale". Le Rsu auspicano una maggiore sinergia con le forze dell’ordine, pur riconoscendo gli sforzi dell’azienda per mettere in campo misure di sicurezza, a tutela del personale.

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