SIMONA BALLATORE
Cronaca

Milano, tutti i "no" del sottosegretario Vittorio Sgarbi. Il museo digitale? Bocciato anche quello

Non solo l’abbattimento dello stadio di San Siro, ecco i progetti nel mirino di Sgarbi: “Milano soffre di cupio dissolvi”

L’ex Albergo Diurno di Porta Venezia a Milano progettato da Piero Portaluppi

L’ex Albergo Diurno di Porta Venezia a Milano progettato da Piero Portaluppi

Altolà al futuro museo digitale nell’ex Albergo Diurno di Porta Venezia. È il quarto progetto milanese bocciato dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi nell’ultimo anno (escludendo la battaglia contro le piste ciclabili lungo i viali storici). Dopo l’abbattimento dello Stadio di San Siro (coperto ora da vincolo culturale), il tentativo di salvare il Garage delle Nazioni (“la più grandiosa” fra le autorimesse milanesi citata sul Giornale dei Costruttori nel 1956) e la polemica contro l’abbattimento della villa all’angolo di via Tullo Morgagni 19 e via Arbe, alla Maggiolina, con il dito puntato sul "cupio dissolvi" di cui soffrirebbe Milano, sotto la lente è finito il destino dell’architettura di Art Déco progettata nel 1925 dall’architetto Piero Portaluppi.

Fu l’ex ministro Dario Franceschini ad annunciare nel novembre 2021 l’arrivo del "Museo d’arte digitale di Milano, il primo esempio di museo di questo tipo nel mondo". Sgarbi però non ci sta: "Non sembra che il luogo più adatto per un museo di arte digitale sia l’ex Albergo Diurno di Porta Venezia a Milano, caratterizzato da memorabili arredi di stile Art Déco", sottolinea il sottosegretario, avvertendo anche che "per l’annunciato restauro è obbligatorio il massimo rigore". "Ciò che è digitale non può comportare alterazione degli spazi, intrusioni di elementi tecnologici e l’abbattimento dei cubicoli dei bagni – rimarca con forza –. L’arte digitale è immateriale e non può farsi spazio a colpi di piccone. Per questo chiederò alla soprintendente Emanuela Carpani di essere rigorosa nel restauro, per cui il Ministero della Cultura ha stanziato 6 milioni di euro". Sgarbi si appella anche al direttore generale dei Musei, Massimo Osanna: "Non credo voglia farsi complice della sua distruzione", sottolinea.

“Nei prossimi giorni convocherò la direttrice del museo Ilaria Bonacossa per richiamarla all’obbligo di non subordinare al progetto museale la dignità monumentale del sito – conclude il sottosegretario alla Cultura – che forse sarebbe meglio vocato a un museo di arti decorative e industriali necessario a Milano. Un museo di arte digitale può meglio stare in uno spazio neutrale".