
L’interno dell’Hub alimentare Selinunte, inaugurato nel giugno del 2024 e gestito da Coopi (Cooperazione Internazionale)
Milano – Milano è due città, due gemelle diverse, che quelli bravi chiamerebbero eterozigote. Milano è due anime separate da un naviglio asciutto, malinconico, alimentato dal sudore dei volontari e da timide fontane di soldi pubblici. È un effluvio di reels gastronomici, di ayce, di nuove mode e di piatti instagrammabili, ma è anche un esercito di indigenti, di famiglie isolate, di poveri cristi che a quelle tavole non siederanno mai. In questo ossimoro urbano, per fortuna, esiste un modello di politiche antispreco, di recupero di eccedenze, di rioni che fanno rete e non lasciano indietro nessuno: il progetto degli Hub di quartiere. Tutto nacque nel 2016, quando Comune, Politecnico e Assolombarda condivisero il protoccolo d’intesa “Zero Sprechi”, rinnovato nel 2023 col coinvolgimento di Fondazione Cariplo, e nel 2024 con quello di Fondazione Snam Ets.
L’obiettivo era ed è quello di ridurre lo spreco di cibo, di recuperare gli alimenti da destinare agli indigenti, progettando e sperimentando un modello innovativo di ridistribuzione delle eccedenze alimentari, basato appunto su reti locali di quartiere. Le azioni sono partite nel 2019 col primo Hub nel Municipio 9 e oggi sono replicate in altre zone della città. Il recupero avviene grazie all’impegno di diversi soggetti: istituzioni, fondazioni, imprese, università, enti del terzo settore, donatori di eccedenze o sostenitori. I partner del progetto hanno condiviso con gli aderenti l’utilizzo di un marchio collettivo dedicato, “Zerosprechi Hub”, realizzato pro bono dal Gruppo Armando Testa. L’iniziativa è stata selezionata dalla Royal Foundation quale vincitrice della prima edizione del prestigioso Earthshot Prize nella categoria “Build a Waste-free World” con un premio di un milione di sterline. Un percorso del genere merita menzioni ed elenchi, come quello di eroi e protagonisti di vicende una volta tanto positive.
E che altro sono oggi gli Hub di Aiuto Alimentare? Ecco quelli presenti in città: Isola, via Borsieri 2 (attivo dal 2019, gestore: Banco alimentare della Lombardia); Lambrate,Via Bassini 6 (attivo dal 2020, gestore: Banco alimentare della Lombardia); Gallaratese, via Appennini 50 (attivo dal 2021, gestore: Terre des Hommes); Foody Zero Sprechi, Via Cesare Lombroso 54, presso il Mercato Agroalimentare di Milano (attivo dal 2021, gestione condivisa tra più operatori del terzo settore: Recup, Banco Alimentare, Croce Rossa italiana, Caritas Ambrosiana); Centro, via Santa Croce 15 (attivo dal 2022, gestore: Ibva presso spazio Solidando Hub); Selinunte, Piazzale Selinunte (attivo dal 2024, gestore: Coopi – Cooperazione Internazionale); Loreto, il cui Hub è articolato in tre spazi: Piazza Anelli 4, Marcato Viale Monza 54, Via Leoncavallo 12 (attivo dal 2024, gestione condivisa fra più operatori del terzo settore: Comin, Parrocchia Santa Maria Assunta in Turro, Terza Settimana, T12 Lab, Mutuo Soccorso, Milano Positiva); Cuccagna, Via Privata Cuccagna 2/4 (attivo dal 2024, gestione condivisa fra più operatori del terzo settore: Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna, Emergency, Fondazione Acra, il Gabbiano, Recup).
Ma quali sono i numeri di un progetto che ha sempre da misurarsi con bilanci e sostenibilità? Nel 2024 sono state recuperate 795,3 tonnellate di cibo (nel 2023 erano state 615 tonnellate), che hanno raggiungo 14.973 nuclei familiari per un totale di oltre 126mila persone e 3.867 minori con oltre 1 milione e 590mila pasti equivalenti e 176 associazioni servite. Dati che ben si intersecano con quelli forniti dalla Fao, secondo cui nell’Ue ogni anno si gettano ben 59 milioni di tonnellate di cibo, vale a dire 132 kg a persona. In Italia, equivalgono a ben 140 euro a persona, sprecati prevalentemente per cattiva conservazione domestica. Intanto, sempre nel corso di quest’anno si svilupperà ulteriormente una sperimentazione la cui programmazione è partita nel 2024 e che ha visto Milano Ristorazione protagonista nel recupero delle eccedenze alimentari nelle mense scolastiche, in collaborazione con la rete degli Hub Aiuto Alimentare con il progetto europeo Cultivate, finanziato dal programma Horizone Europe. Proprio alla refezione scolastica è dedicata molta attenzione, per rendere il momento del pasto parte integrante dell’attività educativa e didattica.
“Dal 2015, l’innovazione e il miglioramento del servizio di refezione scolastica sono obiettivi prioritari per il Comune di Milano e Milano Ristorazione grazie alla Food Policy cittadina e ai partner che stanno lavorando con noi – sottolinea la vicesindaca Anna Scavuzzo - L’obiettivo rimane per noi quello di rendere il momento del pasto occasione per diffondere tra grandi e piccoli la conoscenza dei piatti sani e sostenibili, sviluppando progetti educativi di valore. Negli ultimi due anni abbiamo fortemente incrementato le attività di educazione alimentare con progetti e iniziative che stanno raggiungendo migliaia di bambini, insegnanti, educatori e famiglie”.