Stupri, tre presunte vittime del manager Di Fazio sentite dai pm

Antonio Di Fazio non risponde al gip. E da altri dispositivi elettronici spuntano foto compromettenti, che si aggiungono alle 54 definite "choc" già nel suo cellulare

Antonio Di Fazio in una delle foto postate sui profili social

Antonio Di Fazio in una delle foto postate sui profili social

Milano, 24 maggio 2021 - Si è tenuta questa mattina l’audizione in Procura a Milano di altre presunte vittime di Antonio Di Fazio, l’imprenditore farmaceutico in carcere da tre giorni per aver violentato, nel suo appartamento in centro a Milano, una studentessa di 21 anni, dopo averla resa incosciente con una dose massiccia di tranquillanti, per poi fotografarla. L'uomo sentito nel pomeriggio,collegato in videoconferenza dal carcere di San Vittore.  si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip Chiara Valori nell'interrogatorio di garanzia.  "È molto confuso e provato, non sta bene, io l'ho sempre conosciuto come una persona cordiale, onesta e tranquilla, poi non posso sapere se avesse una doppia vita, non è mai trapelato nulla a riguardo", ha spiegato il suo avvocato difensore.  Rocco Romellano. "Allo stato - ha aggiunto il legale - non siamo entrati nel merito delle accuse, che sono piuttosto gravi, approfondiremo e vedremo se chiedere un interrogatorio appena mi sarà data la possibilità di incontrarlo in carcere".

Ragazze in Procura

Due ragazze  sono arrivate per essere ascoltate da inquirenti e investigatori. Sono tre le giovani in totale, per ora, che sarebbero pronte a denunciare, mettendo a verbale presunte violenze subite con lo stesso schema da parte di Di Fazio. Le ragazze vengono ascoltate dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, alla presenza anche dei carabinieri che conducono l’inchiesta. Dopo che sabato scorso si è saputo dell’arresto dell’ormai ex amministratore unico della Global Farma, e grazie all’appello lanciato dagli inquirenti a rivolgersi ai carabinieri della Compagnia Milano Porta Monforte e del Nucleo operativo, tre giovani, anche loro studentesse ventenni, si sono dette pronte a denunciare.

 Il sospetto è che Di Fazio abbia applicato sempre uno ‘schemà simile a quello ricostruito nell’ordinanza cautelare firmata dal gip Chiara Valori: prima l’invito in azienda e poi a casa con l’offerta di uno stage formativo e il riferimento a un incontro con altri ‘fantomaticì imprenditori, in seguito l’uso di tranquillanti sciolti in dosi altissime nelle bevande, tanto da rendere incoscienti le giovani, e infine gli abusi e le fotografie scattate alle vittime e tenute come dei «trofei»

Le immagini delle violenze

Attraverso le analisi dei dispositivi informatici, da cui sono venute a galla molte altre immagini oltre alle 54 di cui già parlava il gip, gli investigatori stanno lavorando per identificare altre vittime. Intanto, nel corso delle indagini l’imprenditore aveva provato a difendersi parlando di un’estorsione che avrebbe subito dalla 21enne e dai suoi familiari, per la quale aveva addirittura sporto denuncia. Estorsione che, stando agli accertamenti, non si è mai verificata. Inoltre, Di Fazio avrebbe anche indotto il figlio minorenne «a rendere dichiarazioni compiacenti», così come la madre e la sorella, pur di «stravolgere» quanto era accaduto.

 

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