ANDREA GIANNI
Cronaca

Violenze di Capodanno, 4 arresti "Barriera umana intorno alle vittime"

Il riconoscimento facciale ha permesso di incastrare i giovani nordafricani: erano nel branco di piazza Duomo

Migration

di Andrea Gianni

Una ragazza ha riferito agli inquirenti che "alcuni miei amici hanno provato a tirarmi via da loro ma questi mi ributtavano dentro. Vedevo gente che mi tirava per le braccia e per le gambe, altri ragazzi del gruppo mi levavano i vestiti, mi hanno abbassato pantaloni e mutande mentre ero sollevata in aria, distesa a pancia in su". Un’altra vittima ha ripercorso "lo schifo" di una notte di Capodanno in piazza Duomo, nel cuore di Milano, trasformata in un incubo: "C’erano molti ragazzi e chiunque passava si prendeva la libertà di mettere le mani addosso". Racconti messi a verbale dalle giovani che un anno fa hanno subito le violenze sessuali di gruppo, accerchiate da un "branco" di nordafricani che ha creato una "barriera umana" mentre attorno a loro la folla faceva festa.

Le indagini della Squadra mobile di Milano, guidata dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Domenico Balsamo, hanno portato ad altri quattro arresti, che si aggiungono a quelli già eseguiti nelle settimane successive al raid (cinque sono già a processo). Sono finiti in carcere Karim Hemida e Mahmoud Alsharawi, ventenni originari dell’Egitto. Ai domiciliari, invece, altri due giovani connazionali: Mohamed Abou Elnaga e Abdelrahman Mohamad. L’ordinanza riguarda due episodi di violenza sessuale di gruppo: uno nei pressi della statua di Vittorio Emanuele II ai danni di due turiste tedesche, l’altro vicino al McDonald’s ai danni di due italiane. All’ultimo hanno partecipato due dei quattro destinatari della misura cautelare, accusati anche di rapina aggravata per aver portato via il telefono e la borsetta di una delle vittime. I quattro sono stati identificati dalla polizia - nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo - grazie ai filmati di alcuni testimoni. Attraverso il Sistema automatico di riconoscimento immagini (Sari) in dotazione alle forze dell’ordine, con gli algoritmi di riconoscimento facciale, è stato possibile associare nomi ai frame sfocati. I quattro, infatti, erano già stati fotosegnalati in passato. Anche perché due di loro, sbarcati l’anno scorso sulle coste del Sud Italia, avevano presentato richiesta di asilo. A tradirli anche l’analisi dei social e dei tabulati telefonici che hanno confermato la loro presenza in piazza Duomo quella notte e, per alcune posizioni, il riconoscimento da parte delle vittime. "Gli indagati erano presenti all’interno del gruppo degli assalitori – scrive il gip di Milano Sonia Mancini, che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare –, del quale hanno seguito gli spostamenti cercando di inserirsi più profondamente nel cuore del gruppo".

Non si sono trovati "ad assistere, in qualità di passanti, alle violenze" ma "vi hanno volontariamente e consapevolmente aderito". Formavano quella "barriera umana" che ha impedito alle ragazze di fuggire, "rafforzando la prepotenza del branco". Sono nove le ragazze che, durante un incidente probatorio, avevano confermato i loro racconti sulle violenze sessuali di gruppo subite in piazza Duomo dove quest’anno, a causa della mancanza di fondi e del caro-bollette, non si terranno concerti o eventi.