REDAZIONE MILANO

La violenza? Non c’è solo quella fisica. Il Tribunale di Milano ribadisce che si può essere abusanti anche senza alzare un dito

La Corte d'Appello civile di Milano che ha confermato l'addebito della separazione a carico di un marito che ha messo in atto "condotte prevaricanti" e anche "forme di controllo eccessivo e vessatorio nella gestione delle finanze domestiche" nei confronti della moglie

La violenza non è solo fisica, anche morale, psicologica, economica

La violenza non è solo fisica, anche morale, psicologica, economica

Milano, 5 settembre 2025 – Da tempo chi tratta di violenza di genere sa che questa non si manifesta solo con botte e spintoni. C’è anche l’aspetto psicologico, magari meno appariscente ma non meno dannoso, e quello economico, fatale per le speranze di emancipazione delle vittime di abusi. Ed è importante che queste categorie vengano messe nero su bianco, come è successo con una sentenza della Corte d'Appello civile di Milano che ha confermato l'addebito della separazione a carico di un marito che ha messo in atto "condotte prevaricanti" e anche "forme di controllo eccessivo e vessatorio nella gestione delle finanze domestiche" nei confronti della moglie.

Il principio è che la violenza non è solo "fisica", ma anche "morale", e "la violenza psicologica" ed "economica sono a tutti gli effetti violenza, che può essere costituita da condotte persecutorie, aggressioni verbali, comportamenti tesi all'intimidazione, alla sopraffazione e alla umiliazione della coniuge".

La donna, assistita dall'avvocata Caterina Biafora, nell'estate 2019 aveva dovuto trasferirsi con i tre figli a casa dei suoi genitori e aveva chiesto aiuto anche "ad una associazione specializzata nel sostegno psicologico alle vittime di violenza domestica", la 'Bon't worry'.

La Corte milanese, Sezione persone, minori e famiglia e con i giudici Fabio Laurenzi, Paola Tanara e Federico Botta, fa presente che è "arduo" fornire "prova" della "violenza psicologica ed economica", data la sua natura "invisibile", perché avviene in un "contesto intimo", domestico appunto, e non evidente "all'esterno del tetto coniugale". Gli stessi giudici, però, richiamando la giurisprudenza, evidenziano l'attendibilità delle dichiarazioni della donna "nel procedimento di separazione, dichiarazioni che a sua volta sono confermate" da quelle "rese in sede di procedimento penale". Non ci sono "enfatizzazioni nel suo racconto, tanto che ha tenuto a precisare di non avere mai subito violenza fisica, delimitando coerentemente le condotte subite" in aggressioni verbali, "atti di prevaricazione", condotte "economicamente violente e deprivanti" pure ai danni dei figli.