FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Violenza di genere, boom di casi a Bergamo: in appena due settimane 67 interventi

I dati forniti dai vertici dell’Arma. Sono 65 i procedimenti penali avviati

Dalle forze dell'ordine l'invito pressante è quello di sempre: denunciare abusi, maltrattamenti, aggressioni e umiliazioni

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Bergamo, 4 settembre 2025 – Sono numeri impressionanti: sessantasette casi di violenza di genere in due settimane. Il report del Comando provinciale dei carabinieri di Bergamo: 44 casi dopo richieste d’intervento al numero unico di emergenza 112, altri 23 a seguito delle denunce presentate. In 65 casi su 67 si è proceduto penalmente nei confronti dei presunti responsabili. 

L’ultimo intervento 

L’ultimo intervento la mattina del 31 agosto, quando i carabinieri sono intervenuti a Treviglio, nell’abitazione di una famiglia di origine marocchina. Un giovane aveva aggredito la sorella di 25 anni ferendola al volto con un coltello da cucina mentre lei dormiva. Il giovane, già denunciato a maggio per maltrattamenti, si è disfatto del coltello gettandolo in un boschetto, ma è stato localizzato e bloccato dai militari. Il gip ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere.   

Protocolli speciali, che prevedono anche supporto psicologico e protezione, sono previsti per le vittime di abusi e violenze
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Sfregiata al viso 

Ventiquattro ore prima, il 30 agosto, altro intervento a Cologno al Serio, nell’abitazione di una quarantacinquenne italiana minacciata dall’ex compagno: prima telefonicamente, poi di persona. L’uomo si è presentato sotto la sua abitazione ubriaco, iniziando a spingere e a minacciare di morte la donna. Poi è scappato, ma è stato rintracciato dai militari della stazione di Urgnano che hanno anche trovato un coltello con una lama di 7 centimetri. Il gip ha convalidato il suo arresto e disposto il divieto di avvicinamento con l’applicazione del braccialetto elettronico. Altri interventi tra il 24 agosto e la sera del 21 con un arresto.  

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“Segnalazioni fondamentali” 

“Questi risultati – spiegano dall’Arma – non sarebbero stati possibili senza le segnalazioni dei cittadini, indispensabili a prevenire situazioni che possano degenerare, prestando particolare attenzione ai cosiddetti “reati spia”, ovvero quei delitti come minacce, ingiurie, violenze psicologiche, atti persecutori, maltrattamenti contro familiari e conviventi e violenze sessuali, spesso precursori di epiloghi tragici e fatali per le vittime. Queste segnalazioni sono positivi riscontri dell’accresciuta consapevolezza di poter contare su interventi tempestivi a fronte di emergenze. L’azione di contrasto dell’Arma, coordinata dalla procura di Bergamo – dove è presente un pool di magistrati dedicati ai reati commessi nei confronti delle cosiddette “fasce deboli” – e delle altre istituzioni impegnate in questo settore, continuerà ad essere incessante”.