Milano, ragazzina di 13 anni salva la madre dal coinquilino che la sta picchiando: “Ho usato lo spray al peperoncino”

La minorenne ha usato la bomboletta comprata dalla donna per difendersi. Trentunenne denunciato dai carabinieri: scatta il divieto di avvicinamento

Gli spray urticanti per autodifesa sono piuttosto economici

Gli spray urticanti per autodifesa sono piuttosto economici

“Brave, ve ne andate e finalmente non vi vedo più”. Mezzanotte del 28 aprile, siamo in uno stabile al quartiere Adriano di Milano. In quell’abitazione ci vivono un trentaduenne egiziano e una trentaquattrenne moldava con la figlia tredicenne: i due non hanno una relazione, ma hanno scelto quattro anni prima di condividere l’appartamento solo per dividere le spese di affitto e bollette. Peccato che da novembre il nordafricano, aiuto cuoco in prova in un ristorante in zona De Angeli, abbia smesso di versare la sua quota, tanto che il proprietario gli ha inviato più avvisi di pagamento per saldare il debito. A quel punto, la trentaquattrenne, esasperata, decide di trovarsi un’altra sistemazione nell’hinterland, dicendo però al coinquilino che rientrerà nel suo Paese di origine per qualche tempo. Perché quella bugia? Ha paura della sua reazione.

La violenza

Domenica notte, Mahmoud A. rientra dal lavoro e vede Maria (nome di fantasia) e la figlia che stanno preparando le valigie: “Brave, ve ne andate e finalmente non vi vedo più”, le parole pronunciate in modo spiritoso. Dopo qualche minuto, la situazione cambia. Il trentunenne si fa minaccioso e si avvicina pericolosamente alla donna: “Ti do un pugno che non ti alzi più”. Poi le assesta uno schiaffo al volto.

La reazione della figlia

A quel punto, la tredicenne, terrorizzata dall’aggressione e memore dei precedenti mai denunciati, prende lo spray al peperoncino che la mamma ha acquistato proprio per proteggersi e, dopo un cenno di assenso del genitore, lo spruzza con decisione sul volto di A.; quest’ultimo, accecato dalla nuvoletta urticante, è costretto a mollare la presa. Mamma e figlia prendono il cellulare ed escono di corsa: Maria contatta un amico, che a sua volta chiama il 112 per dare l’allarme.

L’arrivo dei carabinieri

Quando i carabinieri del Radiomobile arrivano, l’uomo sta tirando pugni in casa: i militari troveranno le porte del bagno e dell’ingresso danneggiate dai colpi. Nelle banche dati delle forze dell’ordine, non risultano precedenti richieste di aiuto, ma prima la trentaquattrenne e poi la tredicenne, sentita in caserma in audizione protetta su disposizione del pm Stefano Ammendola, raccontano che il 25 aprile l’uomo ha stretto le mani attorno al collo di Maria e che poi ha malmenato la figlia, intervenuta ancora una volta in difesa della mamma. La ragazzina aggiunge che nel recente passato è capitato che lui dicesse alla donna che l’avrebbe uccisa con un’accetta o che le avrebbe piantato dei chiodi nella testa e nei piedi.

Paura a casa propria

“Da questa sera – spiega la moldava agli investigatori dell’Arma – io non mi sento più sicura con la sua presenza in casa: inizio a temere sia per la mia incolumità che per quella di mia figlia, tenuto conto che è molto scossa e spaventata”. A valle degli accertamenti d’indagine, A., difeso dall’avvocato Riccardo Molina, viene denunciato per maltrattamenti in famiglia; inoltre, gli viene notificato un provvedimento di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare, con divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati da Maria.

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