SIMONA BALLATORE
Cronaca

Vidas e l’arte di Roberto: "Il suo mondo è a colori. E ora lo mostra a tutti"

L’iniziativa al Museo della Scienza per raccogliere fondi per Casa Sollievo Bimbi. Ci si immerge nei quadri e nei limiti per superare gli stereotipi sulla disabilità.

L’iniziativa al Museo della Scienza per raccogliere fondi per Casa Sollievo Bimbi. Ci si immerge nei quadri e nei limiti per superare gli stereotipi sulla disabilità.

L’iniziativa al Museo della Scienza per raccogliere fondi per Casa Sollievo Bimbi. Ci si immerge nei quadri e nei limiti per superare gli stereotipi sulla disabilità.

Il mondo di Roberto è a colori. Roberto ha 24 anni: non parla (con le parole, perché i suoi sorrisi e lo sguardo parlano eccome), non cammina. Ha una grave disabilità, ma con tempere, vernici e tele esprime il mondo che ha dentro: la sua voglia di vivere è in tutte le sfumature e nella musica. Adora i R.E.M, lo ha scoperto Fausto, l’educatore che ha cominciato con lui il percorso di arte terapia. La sua caregiver, Alba, ormai sa quando Roberto ha voglia di affondare le sue dita nei colori o quando preferisce rimandare. In questo momento è ospite della Casa Sollievo Bimbi di Vidas, l’associazione fondata da Giovanna Cavazzoni, scomparsa nove anni fa (il 20 maggio). Le opere di Roberto sono state al centro di una mostra-evento organizzata mercoledì negli spazi del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. Una mostra immersiva, seguita da una cena di beneficenza con alleati e sostenitori storici, tra i quali Gruppo Bracco, per raccogliere fondi per l’associazione che si occupa dell’assistenza completa e gratuita ai malati inguaribili.

"Andiamo avanti nelle nostre opere, con i sostenitori e i costruttori di questa comunità solidale, una delle tante del nostro Paese: dobbiamo essere fieri e orgogliosi di questo straordinario capitale sociale", ha sottolineato Ferruccio De Bortoli, presidente di Vidas Odv, aprendo la serata, che ha avuto anche un ospite a sorpresa: Raphael Gualazzi si è esibito al pianoforte.

C’è Rossella, la mamma di Roberto, a testimoniare la "sua vita piena e allegra, la sua soddisfazione" nel creare le opere d’arte. Un video, all’ingresso, racconta la sua storia, prima di entrare in una sala avvolta da drappi colorati, mettendosi anche nei panni degli altri, guardando tutto con un’altra prospettiva. Il visitatore è invitato a pescare una carta: il destino. La disabilità che arriva improvvisa o la “salute“ che spesso si dà per scontato, si smontano stereotipi. C’è chi vive l’esperienza bendato - per conoscere il mondo con gli altri sensi e vivere per un attimo solo le sensazioni di chi non vede - e c’è chi entra seduto su una sedia a rotelle o senza sentire nulla. Ci si accomoda poi sui tavolini davanti ad attori che “leggono le carte“: poesie sul destino, sulla felicità, che deve essere inseguita da tutti. Nessuno escluso. Si ascolta una violoncellista o la voce di un solista, che ti guardano fissi negli occhi, trasmettendo la forza delle emozioni prima di avvicinarsi alle opere di Roberto, posizionate accanto a una cesta in cui lasciare quella carta indossata per un attimo e, con lei, anche i preconcetti sul tema della disabilità: "Qui posa il peso, pellegrin cortese, che in carta fu la tua fragilitate. Prosegui or lieve per la tua vita d’ogni fardel disciolto": la poesia accanto all’universo a colori di Roberto. Le tele si riflettono su una superficie a specchio, quasi a farci entrare dentro.

"Mi piacerebbe che chi guarda queste opere capisse che, anche con una disabilità grave, si possono fare cose incredibili – sottolinea mamma Rossella, emozionata –. Basta ascoltare e prestare attenzione. Bisogna lasciare da parte i pregiudizi e dare spazio alla relazione, alla scoperta di chi si ha davanti. Roberto ci dimostra ogni giorno che tutto è possibile".

Prima della cena Rossella ha raccontato l’incontro tra suo figlio e Vidas: "Nel 2020 ha avuto un grave peggioramento e dei dolori fortissimi, senza sosta. Da quando Roberto è stato preso in carico dalla Vidas, la nostra vita si è trasformata. Non solo perché sono stati curati i sintomi, con le cure palliative, ma anche per l’attenzione nei confronti del paziente, enorme, e per il sostegno a noi familiari nel curarlo".

"Roberto è molto contento di andare “alla Vidas“ – ha concluso – in questo momento purtroppo è ricoverato per un peggioramento ma quando ha capito che andavamo lì si è come rianimato, è felice di andare alla Casa Sollievo Bimbi, era sorridente. È incredibile".