
Furto al chiosco di via Pomè a Rho
"Stanotte ci è successa una cosa che non avremmo mai voluto raccontare". È questo l’incipit del post di Gaetano Marinaccio, giovane imprenditore di origini campane, titolare e chef del ristorante "La cucina: non il solito ristorante" e un piccolo affittacamere di Rho. La città che ha scelto nel 2018 insieme alla sua compagna di vita Nadia per realizzare i loro sogni.
Da qualche mese gestisce anche il chiosco all’interno del parco comunale di via Pomè, un chiosco che si trova a pochi passi dal centro storico, all’interno di un parco molto frequentato, che è stato chiuso per diversi anni perché nonostante la pubblicazione di Bandi per la manifestazione d’interesse per la gestione dello spazio, il Comune non è riuscito a trovare nessuno. Fino a pochi mesi fa. Poi è arrivato Gaetano, "è un un luogo semplice, popolare, dove si fa di tutto per tenere i prezzi bassi, per offrire un punto di ritrovo, un servizio, un sorriso - si legge nel post - .
E stanotte, dopo una settimana piena, eravamo riusciti a tornare a casa a mezzanotte. Neanche il tempo di togliersi le scarpe: squilla il telefono. Furto con scasso al chiosco. Arriviamo lì, e troviamo solo caos. Porte forzate, disordine, danni. I ladri sono stati disturbati da un solo cittadino, un amico, che ha avuto il sangue freddo e il senso civico di chiamare i carabinieri. Grazie a lui, almeno sono scappati prima di finire".
La rabbia per il furto subìto, i danni ingenti alle porte e ai giochi dei bambini, scassinati con tanto di cacciavite, zappa e altri arnesi abbandonati nel parco, non è nulla rispetto all’amarezza per l’indifferenza del quartiere.
"Quello che ci ha fatto più male è stato guardare attorno: un vicinato fatto di case e condomini, almeno 50 famiglie. Eppure nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Solo uno. Uno solo. E per i danni riscontrati i rumori ci sono stati! Con le forze dell’ordine siamo stati lì fino le 2 passate, con la testa piena e gli occhi stanchi - continua il post -. Preso sonno alle 3, per cosa? Perché fai il tuo dovere. Perché paghi le tasse, offri lavoro, accendi luci dove c’era buio. Eppure a volte ti senti solo. E ti chiedi: che Italia è questa, dove un chiosco che dà tanto può essere distrutto nel silenzio di tutti? Oggi siamo più stanchi. Ma siamo di nuovo lì. Perché crederci, nonostante tutto, è la nostra unica risposta". Gaetano e Nadia ci credono ancora e per fortuna non hanno perso la voglia di andare avanti e di sorridere. Nel post è allegata la foto della bici del ladro, dimenticata dopo il furto. "Se qualcuno la riconosce, può passare a riprenderla presso il chiosco Pomé-Rho, conclude".