MILANO – Gli occhi spalancati, le vocine all’unisono: “Il mare, il mare!”. E pazienza se quella distesa azzurra, immensa, era in realtà il lago di Como. Per quei bambini, che non avevano mai visto né mare né lago, era comunque una magia.
Così andare in gita da Milano a Cernobbio è stato come spostarsi dall’altra parte del mondo. Lo stesso incanto hanno vissuto davanti agli animali dell’Oasi di Sant’Alessio nel Pavese. Poi arriveranno le giornate a un parco con attrazioni e in piscina. Sono le vacanze dei bambini dell’Icam, l’Istituto a custodia attenuata per detenute madri, parte del polo di San Vittore, dove le donne condannate, che non possono usufruire di alternative al carcere, tengono con sé i loro piccoli.
A Milano, in via Macedonio Melloni, adesso di bimbi accanto alle mamme ce ne sono 7 di età compresa tra gli 11 mesi e i 6 anni (ancora da compiere), tre maschietti e quattro femminucce. Durante una gita si è aggiunto anche un bimbo che vive con la madre nel carcere di Bollate. E se nel resto dell’anno il tempo è scandito dalle attività dell’asilo, che tutti frequentano, e da quelle interne ed esterne all’Icam a cura degli educatori, ad agosto è difficile regalare ai piccoli una vacanza.
Quest’anno, però, il sogno si è realizzato grazie all’associazione Aiutility, fondata durante la pandemia e poi rimasta in vita per aiutare le persone in difficoltà e promuovere iniziative nei quartieri della città: “Il ringraziamento va a Nadia, una nostra associata – spiega Cristina Campanini, medico di base, referente di Aiutility – che ha voluto donare a questi piccoli parte dell’eredità ricevuta dal papà recentemente scomparso. Anziché usare i soldi per iniziative dentro l’Icam, abbiamo pensato alle vacanze: questi bambini non hanno quasi mai la possibilità di spostarsi da Milano, perché non dargliela? Un’idea che all’Icam è stata subito apprezzata, così ci siamo tutti attivati per organizzarla insieme agli educatori individuando le mete e preparando le trasferte, una a settimana, per tutto il mese di agosto”. Riempiendo di avventure un periodo già di per sé duro da affrontare per i piccoli che restano in città. A maggior ragione per coloro che vivono all’Icam.
“Io – sottolinea Nadia – volevo fare qualcosa per i bambini, in nome del mio papà. Per questi piccoli, le gite rappresentano qualcosa di eccezionale e sono contenta che vivano momenti di felicità”.
Felicità condivisa prima di tutto con le loro madri, coinvolte in ogni fase. Le donne, come fossero a casa, hanno preparato per i loro figlioletti gli zainetti con il cambio di vestiti e il pranzo al sacco. “Sono state tutte molto brave. Non hanno dimenticato nulla, dai panini ai pannolini agli indumenti. Nel momento in cui ci serviva qualcosa, abbiamo trovato tutto al primo colpo”, spiega Federica Barile, coordinatrice dell’èquipe genitorialità di Fondazione Arché Onlus, tra gli educatori dell’Icam.
La prima esperienza è stata all’Oasi di Sant’Alessio, vicino Pavia, dove per la prima volta i piccoli hanno visto da vicino i fenicotteri, il bradipo e molte specie di uccelli. “Erano tutti molto contenti di essersi imbattuti in un bradipo – continua Giulia Limberti, un’altra educatrice professionale di Fondazione Arché che lavora all’Icam –, che a quanto pare non è facile da incontrare. Tutti i bimbi si sono emozionati e non vedevano l’ora di raccontare alle loro mamme tutte le esperienze vissute, in quello che per loro è stato un evento straordinario. Per noi, poi, è fondamentale tenere le mamme aggiornate: in una bacheca indichiamo il programma e spieghiamo tutto anche a livello grafico, perché tante sono straniere e analfabete e quindi cerchiamo di comunicare a livello visivo, che è immediato”. Al rientro, poi, “si guardano le foto insieme e si stampano le più belle”.
La seconda tappa, al lago, ha superato le aspettative: prendere il treno e poi il battello ha riempito i piccoli di gioia. “Per loro, salire sul treno significa “andare lontano“ – continua l’educatrice Barile –. Sul lago, poi, ogni cosa li meravigliava. Si sono divertiti come matti quando arrivavano schizzi d’acqua sul battello, facevano a gara a bagnarsi di più”. E poi ci sono stati il pic-nic sull’erba, i giochi di legno, la tappa al bar per mangiare la granita. “Non importava il gusto. Era tutto buono, dal sapore esotico”. Una giornata talmente straordinaria “che, quando sono rientrati, era mercoledì 7 agosto, a Milano si è scatenata la bufera. Il meteo ci ha graziati: ha aspettato che i bimbi tornassero alla base”, sottolinea Cristina Campanini. “Una volta a “casa“, i bimbi sono crollati. Distrutti dalla stanchezza ma tanto contenti. La sera prima, invece, avevano faticato ad addormentarsi per l’eccitazione della gita imminente”.
Le prossime gite saranno al “Dolly park“, il villaggio con giochi gonfiabili all’Idroscalo, e ai Bagni misteriosi. “Ringraziamo queste realtà – aggiunge Chiara Siniscalco, educatrice dell’Icam per conto dell’Asst Santi Paolo e Carlo – perché hanno offerto l’ingresso gratuito ai bambini. Questi gesti sono molto importanti perché ci consentono di organizzare sempre più attività per i bambini soprattutto ad agosto, che è l’unico mese in cui si resta scoperti dalle iniziative scolastiche e del centro estivo. Sarebbe bello se altre realtà seguissero l’esempio, donando. Siamo grati anche anche all’associazione “Bambini senza sbarre“ che ogni martedì propone attività artistiche e non nella sua “Casa gialla“”. Ogni spostamento, anche di pochi chilometri, per i bambini diventa un viaggio speciale. Un ricordo felice per la vita.