"Studiare da casa? Una tortura Ora lezioni dal vivo, finalmente"

Prime prove di ritorno alla normalità alla Iulm, Bocconi e Cattolica. Seguiranno Politecnico, Statale e Bicocca

Primi ritorni in aula per gli universitari milanesi

Primi ritorni in aula per gli universitari milanesi

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Milano, 10 febbraio 2021 -  Prove di ritorno in alcune università milanesi. La frequenza è diventata, mai come adesso, un "piacere". Alle lezioni in presenza si attribuisce il valore che si scopre quando una cosa è perduta (per un po’). Almeno a sentire gli studenti che hanno iniziato a frequentare i corsi di laurea dal vivo. Come gli universitari della Iulm che da lunedì ha inaugurato le prime lezioni del secondo semestre. Qui come altrove gli insegnamenti non iniziano prima delle 10, come stabilito dal prefetto con il patto “Milano per la scuola“. All’ateneo di zona Romolo è in vigore un sistema misto: parte delle lezioni sono in presenza (con precedenza alle matricole, prenotazione obbligatoria e all’ingresso la misurazione della temperatura) e tutte sono in streaming per consentire di seguire anche a chi non può o vuole raggiungere l’università. Non è il caso di Luca Rozzoni, 24 anni, studente di Comunicazione, che non ci ha pensato proprio a fare la prima lezione di giornalismo a distanza: "Negli ultimi mesi ho praticamente vissuto nella mia cameretta a Paullo. Studiare a casa non è facile perché abbondano le distrazioni. Quando c’era la zona arancione non potevo neppure fuggire dalla provincia “immobile“. Mi mancavano Milano e il campus: le lezioni dal vero ma anche la chiacchierata al bar". Concorda Luca Sesini, 21 anni di Milano, studente dello stesso corso: "L’e-learning è stata un’esperienza provante. Non solo per noi studenti ma credo anche per i professori: insegnare di fronte a un computer non è la stessa cosa che in una classe". Giusto per dare un flash ieri alla lezione di Marketing del professor Luca Pellegrini erano 66 gli studenti in presenza (prenotati in 78) e 161 quelli online. È stata la Bocconi la prima ad “aprire le danze“, facendo ripartire l’attività didattica giovedì scorso. Le aule che a fine ottobre con la seconda ondata si erano svuotate sono tornate a riempirsi. Qui è stato adottato il modello ibrido già in vigore a settembre "che prevede classi in presenza, seppur con il 50% di frequentanti on campus e il restante 50 online a settimane alterne (saranno così il 68%), classi esclusivamente online (il 22%) o blended (il restante 10%)" precisa l’ateneo di via Sarfatti. Anche qui come altrove è obbligatoria la misurazione della temperatura ma c’è anche "un medico on campus". "Ero venuta a Milano ad ottobre per seguire le lezioni ma dopo poche settimane sono dovuta tornare dalla mia famiglia a Verona perché con l’e-learning sarebbe stato impensabile studiare e dare esami nella mia casa in condivisione. A gennaio sono ritornata a Milano e spero di rimanerci: quella vita nella grande città che ho sempre sognato per colpa della pandemia non l’ho ancora iniziata a fare" afferma Camilla Dattoli, matricola del più classico dei corsi bocconiani "Economia aziendale". Con lei la compagna di studi Giorgia Massimino: "Ci siamo conosciute proprio frequentando l’università. Dietro uno schermo non sarebbe successo. Io vengo da Catania e dopo un mesetto a Milano anch’io sono dovuta tornare a casa. È stato un vero stress". In Cattolica il secondo semestre è iniziato da lunedì (a partire dal corso di Scienze Bancarie) ma la vera ripartenza è fissata il 22 febbraio, con la formula del 50% di presenza in aula e una precedenza concessa agli iscritti al primo anno. Anna Cremona, matricola di Giurisprudenza, ieri ha seguito "Storia del diritto medievale": "Ho sempre cercato di frequentare l’ateneo anche solo per venire in biblioteca. A casa c’è il pericolo di cadere nella “sindrome della capanna“ e di avere pochi stimoli". Riprendono dal 22 febbraio i corsi al Politecnico, la Statale ha optato per il primo marzo, come la Bicocca.  

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