ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Un ristorante Dopo di noi: "Le nostre cene del lunedì per costruire autonomia"

Il training di Leo, Zaira, Riccardo e Samuele al Cascinotto di Settimo Milanese. Così due famiglie con ragazzi nello spettro stanno creando “Aut & Food“.

Il training di Leo, Zaira, Riccardo e Samuele al Cascinotto di Settimo Milanese. Così due famiglie con ragazzi nello spettro stanno creando “Aut & Food“.

Il training di Leo, Zaira, Riccardo e Samuele al Cascinotto di Settimo Milanese. Così due famiglie con ragazzi nello spettro stanno creando “Aut & Food“.

Ventidue anni, grande appassionato di chitarra – "La suono nel tempo libero", racconta –, Leonardo, per tutti Leo, accoglie gli ospiti all’ingresso e sta imparando a prendere le ordinazioni del beverage. Con lui c’è Zaira, 22 anni: "Cosa desidera ordinare?", chiede ai commensali, attenta affinché tutti abbiano sempre bicchiere e bottiglia piena. E Riccardo, 20 anni, l’ultimo arrivato: dopo aver abbandonato gli studi di informatica è rimasto chiuso in casa per molti mesi; "quando ci hanno detto che amava stare in cucina, gli abbiamo chiesto se voleva venire da noi". Ora aiuta ai fornelli e in sala. Poi c’è lo chef Samuele, 19 anni: esce solo alla fine della cena, per prendersi i meritati applausi; diplomato all’istituto alberghiero Carlo Porta di Milano, il suo piatto forte è il famoso purè francese secondo la ricetta di Joël Robuchon, ma va molto orgoglioso anche dei suoi paccheri alla Vittorio, e quando gira tra i tavoli tiene a conoscere il parere dei commensali.

Leo, Zaira, Riccardo, Samuele sono i primi quattro volontari con disturbo dello spettro autistico protagonisti del progetto “Aut & Food“, nato a gennaio 2025 a Settimo Milanese per volontà di due famiglie, quella di Matteo Fontana e di sua moglie Leda Pirotta e quella di Fabiano Cappelli e della moglie Mara Minafra. Due “famiglie Aut“, come si definiscono loro, che vivono quotidianamente difficoltà, interrogativi e sfide che un figlio con disturbo dello spettro autistico mette loro davanti. "Quando sette anni fa ci è piombata addosso la diagnosi di autismo per nostro figlio, superata la fase della rabbia e della disperazione ci siamo chiesti cosa avremmo potuto fare per nostro figlio e cosa sarebbe successo dopo di noi : racconta Matteo, presidente di Aut & Food -. Io mi sono letteralmente innamorato del progetto PizzAut, ho fatto una donazione all’associazione, poi ho voluto conoscere di persona il suo fondatore Nico Acampora e sono stato volontario da loro per quattro anni. È nata una bella amicizia e il desiderio di fare qualcosa di concreto. Così insieme a Fabiano e Mara, genitori di Samuele, che avevano già avuto un ristorante all’isola d’Elba, abbiamo pensato di avviare un progetto simile. L’obiettivo è creare posti di lavoro per ragazzi e ragazze autistici e renderli dei contribuenti, dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato, una propria professionalità, dignità e consapevolezza personale, in grado di essere autonomi, anche dopo di noi".

Una sfida per le due famiglie, per i loro figli e per tante persone affetta da autismo che fanno fatica ad inserirsi in un ambiente lavorativo.

Loro hanno deciso di investire tempo, risorse e metterci il cuore; hanno trovato lo spazio di cui avevano bisogno, il Cascinotto di Seguro, un ex ristorante con 47 posti a sedere, una cucina attrezzata e un dehors per la bella stagione. In questa fase iniziale lo chiamano "il ristorante del lunedì" perché è il lunedì sera che organizzano le cene didattiche, vere e proprie esperienze formative per Samuele, Zaira, Leonardo e Riccardo, che stanno imparando a fare tutto, dalle comande alla mise en place. "Imparare ad apparecchiare è stata una delle prime cose, poi hanno appreso come portare i piatti in tavola, come accogliere i clienti", racconta Fabiano, vicepresidente di Aut & Food. Tutti i lunedì sera, a porte chiuse, persone invitate dall’associazione vivono questa esperienza e aiutano Aut & Food a crescere. Lo abbiamo fatto anche noi e questo è il racconto della serata.

A dare una mano, istruire, correggere (se serve), sostenere, c’è anche un gruppo di volontari adulti. "Da maggio vorremmo aprire al pubblico il lunedì e giovedì sera - conclude il presidente -. C’è grande interesse ed entusiasmo intorno al nostro progetto. Molte persone hanno chiesto cosa possono fare per sostenerci e ci sono tante famiglie del territorio che vedono in questo progetto una possibilità per il proprio figlio o figlia. Noi abbiamo fiducia nei ragazzi e siamo certi che poco alla volta sapranno gestire il ristorante, da soli".