
Nel mirino la decisione del Comune di non promuovere i centri estivi «A causa dei costi del personale il servizio risulterebbe per le famiglie più oneroso rispetto a quello dei privati»
È partita la raccolta di firme per chiedere il ripristino dei centri estivi comunali, che quest’anno non sono previsti. "A causa dei costi del personale, dovuti al rinnovo dei contratti delle cooperative, le spese a carico delle famiglie risulterebbero pari, o più onerose, rispetto a quelle proposte da privati, o associazioni": è questa una delle motivazioni addotte dall’ente locale che, con ogni probabilità, non attiverà il servizio neppure nel 2026. Ma le liste e i partiti di opposizione non ci stanno. Ieri in piazza Risorgimento un primo banchetto allestito da Pd, Movimento 5 stelle, Insieme cambiamo e Alleanza verdi sinistra ha permesso di raccogliere oltre 50 adesioni; l’iniziativa proseguirà mercoledì e giovedì, all’uscita dalle scuole materne ed elementari. "Riteniamo che i centri estivi siano parte integrante della politica educativa di un Comune e si configurino al pari di altri servizi che l’ente locale è tenuto a erogare", è la posizione dei politici di minoranza. Che aggiungono: "Questi servizi favoriscono la piena partecipazione sociale e sono luoghi d’inclusione. Rappresentano forme concrete di aiuto alla famiglie".
A. Z.