MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, l'ultima folle sfida: tuffi proibiti nel Naviglio / VIDEO

Ragazzi si lanciano dai ponti mentre arrivano le imbarcazioni. E le gesta filmate finiscono sui social

Un uomo si tuffa nel Naviglio

Milano, 24 luglio 2018 - La rincorsa, il salto del parapetto e il tuffo nel Naviglio Grande. In barba ai divieti. C’è chi si arrampica sulle colonne dei ponti apposta per buttarsi nell’acqua dall’alto. Gesta filmate dagli amici e poi caricate sui social. E se le acque sono solcate da un battello turistico o da una canoa, tanto meglio: gettarsi mentre arriva un’imbarcazione fa aumentare l’adrenalina.

È l’ultima folle sfida. Tuffi dal ponte accanto alla chiesa di San Cristoforo e dai piloni di ferro di quello ferroviario poco distante, verso viale Cassala. Pure la Darsena, spesso, diventa una piscina. Per i trasgressori è un gioco ma per chi guida i battelli un incubo. «Non possiamo fare altro che spegnere i motori e contattare le forze dell’ordine», dicono alcuni piloti. Impossibile proseguire se ci sono bagnanti vicino alle eliche. E nelle giornate di caldo rovente, il problema si acuisce. Sabato 14, un battello è stato circondato da un gruppo di ragazzi: «una quarantina», raccontano testimoni, nel Naviglio Grande con materassini e canotti. A gettarsi sono giovani in cerca del brivido ma anche gruppi di nomadi. Peccato che il canale non sia balneabile proprio per una questione di sicurezza legata pure alla presenza delle imbarcazioni che possono viaggiare fino a 5 chilometri orari controcorrente e fino a 10 in favore di corrente. Da mettere in conto c’è anche la possibilità di un malore (molti, a quanto pare, si tuffano pure dopo aver abusato di alcol). «I ragazzi si buttano proprio quando passa il battello», ripete un pilota. Bastaguardare le foto e i video che circolano in rete: non appena arriva il battello si “vola” in acqua.

Da pelle d'oca la foto in cui si vede un ragazzo in aria, sopra le teste di turisti a bordo dell’imbarcazione, mentre sta per raggiungere un amico già a mollo. E da considerare c’è pure il pericolo emulazioni. «Sempre più spesso – sottolinea Fabiola Minoletti, vicepresidente del Coordinamento comitati milanesi – i ragazzi documentano le loro imprese sui social alla ricerca di like e consensi fomentando mode e comportamenti anche pericolosi». Un fenomeno che non riguarda solo Milano. L’8 luglio, bagnanti indisciplinati hanno messo in difficoltà i piloti dei battelli a Robecco sul Naviglio, dove i cartelli di divieto di balneazione sistemati dal Consorzio Villoresi sono sotto gli occhi di tutti. Le guardie ambientali avevano sorpreso in acqua un giovane di Santo Stefano Ticino, che è stato identificato in vista di una sanzione. Ma non è stato il solo a fare il bagno. A Milano, sabato 14, c’è voluto del tempo perché il battello bloccato dai nuotatori potesse ripartire. «In caso di emergenza chiamiamo le forze dell’ordine», ripetono i piloti, rimpiangendo il tempo in cui (fino all’anno scorso) avevano un filo diretto col Nucleo sommozzatori della polizia locale pronto a intervenire in tempo reale.