Torre bruciata, l'appello degli sfollati alla città: "Stiamo pagando tutto, aiutateci"

Milano, alcune delle 66 famiglie sono rifugiate all’albergo di fronte al grattacielo. E lanciano una raccolta fondi per affrontare le spese, perfino il noleggio di un microfono

L'interno di uno degli appartamenti della torre (foto Vigili del fuoco)

L'interno di uno degli appartamenti della torre (foto Vigili del fuoco)

Milano - Le 66 famiglie rimaste senza casa a causa dell’incendio divampato domenica in via Antonini lanciano un appello alla città, alle grandi famiglie milanesi e alle istituzioni, a partire dal Comune di Milano. Chiedono un aiuto concreto – economico ma non solo – per risolvere il problema per loro prioritario: avere un tetto sotto il quale stare e sul quale poter contare nell’attesa, che non si annuncia breve, di rientrare nei loro appartamenti e di ottenere i risarcimenti. Per questo ieri hanno attivato il conto corrente "Aiuto Subito per Antonini 32/34", con Iban: IT85V0503401752000000009413. 

Al momento gli inquilini della Torre dei Moro stanno pagando tutto, nessuno sta facendo sconti: ieri mattina hanno dovuto pagare di tasca propria anche la sala dove si sono riuniti per darsi un’organizzazione, per dividersi i compiti e creare una squadra che aiuti l’amministratore di condominio a gestire l’emergenza e ad approntare l’eventuale percorso legale. "Ci hanno chiesto 150 euro all’ora per la sala e altri 150 per il noleggio del microfono", fa sapere Mirko Berti, portavoce degli inquilini. La sala e il microfono in questione sono del Centro Asteria, gestito dalle suore di San Dorotea di Cemmo. E di tasca propria hanno provveduto, finora, anche alle notti in residence: "Stiamo pagando coi nostri soldi" dichiara Berti a margine della riunione.

In media la spesa è di 50 euro a notte. "Ho fatto io i bonifici attingendo dalla cassa comune del condominio", conferma Augusto Bononi, amministratore della Torre dei Moro. Una precisazione a questo punto: le famiglie che non hanno potuto riparare in casa di parenti o amici hanno per lo più scelto il Quark Hotel, situato accanto al grattacielo andato in fiamme. Struttura, questa, che non ha alcuna convenzione col Comune a differenza di una struttura ricettiva al quartiere Bovisa, che, in quanto convenzionata, sarebbe stata a spese della Protezione Civile cittadina. Non fosse che quasi nessun inquilino ha accettato tale destinazione perché si trova all’altro capo della città e la maggior parte delle famiglie desidera restare vicino ai luoghi della propria quotidianità, a partire dagli asili e, ora che riapriranno, dalle scuole dove sono iscritti i figli.

"Ho due bambini di 3 e 7 anni: vorrei dar loro una parvenza di normalità, in un alloggio stabile", spiega Andrea Marinelli prima di far sapere, non senza un sorriso, che la camicia che ha addosso gliel’hanno regalata. Altro punto: solitamente, fanno sapere dal Comune, l’amministrazione interviene a sostegno degli sfollati se questi hanno redditi particolarmente bassi. L’appello degli inquilini, però, è chiaro: "Chiediamo aiuto a tutta la comunità, in particolare alle grandi famiglie milanesi, e abbiamo chiesto un incontro al sindaco Giuseppe Sala". La risposta del primo cittadino arriva nel pomeriggio: "L’incontro coi residenti lo faremo venerdì. Stiamo verificando i problemi segnalati, la realtà è che abbiamo offerto camere in hotel convenzionati, mentre col Quark non abbiamo convenzioni, cerchiamo di risolvere il problema, venerdì abbiamo una Giunta e cercheremo di prendere provvedimenti adeguati. Credo che la soluzione sia trovare convenzioni con i privati, spero che i privati possano mettere a disposizione appartamenti adeguati".

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