Ricordi e pezzi di vita cancellati per sempre nell'incendio di via Antonini

Dolore e rabbia: ora class action

Migration

di Andrea Gianni

I giochi del figlio sono rimasti nella cameretta, con la culla e i libricini, ricordi del primo anno di vita. Valentina Guzzi Susini scruta verso il cielo, con gli occhi puntati alle finestre del suo appartamento al decimo piano, che lasciano solo immaginare la devastazione all’interno. "Dentro ci sono anche le chiavi delle nostre auto – spiega – sono parcheggiate e non sappiamo come spostarle". Mirko Berti mostra la camicia e i jeans che indossa. "Questi sono tutti i miei averi – racconta – non mi è rimasto nulla. Ho lasciato in casa anche il portafoglio con i soldi, le carte di credito e i documenti". L’incendio della torre di via Antonini, che per miracolo non ha provocato vittime, è anche una storia di oggetti perduti. Ognuno, al di là del valore economico, racchiude una storia. Effetti personali e oggetti indispensabili per la vita quotidiana imprigionati nello scheletro del gigante bruciato, dal quale ieri uscivano ancora pennacchi di fumo. Alcuni potranno essere recuperati nei prossimi giorni, quando sarà possibile rientrare almeno per un sopralluogo negli appartamenti ai piani bassi con danni meno gravi. Altri sono perduti per sempre.

Computer con racchiusi nella memoria anni di lavoro. Gioielli di famiglia, mobili e fotografie, regali del matrimonio e vestiti. L’elenco stilato dai condomini è quasi infinito. Poi ci sono gli animali da compagnia, alcuni morti nel rogo e altri portati in salvo dai padroni. "Quando è divampato l’incendio mi trovavo in casa – racconta Sam Nabi – ho preso in braccio il mio cagnolino, un maltese, e mi sono precipitato sulla strada. Adesso il cane sta bene, è solo un po’ stressato". Chi abita nelle villette dello stesso complesso, non interessate dal rogo ma evacuate per motivi precauzionali, è già riuscito a rientrare in casa. "Fortunatamente non ci sono stati danni – spiega Giusy Achilli – solo il limone ha le foglie un po’ rinsecchite a causa del fumo. Quando è scoppiato l’incendio ci trovavamo in giardino, i nostri nipotini giocavano in piscina. È stata una scena incredibile". Giusy, negli anni ’90, è stata la prima donna presidente di una squadra di calcio professionistica, il Pavia. Il marito è stato anche presidente del Livorno e del Novara. Adesso la famiglia, che ha dato l’addio al calcio, gestisce una concessionaria di auto di grossa cilindrata in via Antonini, a pochi passi dalla loro villetta. Fra i residenti famiglie, professionisti, volti noti come il cantautore Mahmood, vincitore del Festival di Sanremo. Un altro musicista, Morgan, vive nelle vicinanze. In una delle villette abita Solange Marchignoli, avvocato noto al gossip per la sua difesa di Nina Moric nelle cause contro Fabrizio Corona. Marchignoli domenica è rientrata dalla Liguria, ed è riuscita a salvare i suoi gatti. Battezza la torre come la “Melrose Place” di Milano, dalla nota serie tv anni Novanta ambientata a Los Angeles dove si intrecciavano amicizie e amori in una residenza. "Qui c’era un’atmosfera tutta particolare – racconta – con le famiglie e i single che si frequentavano, facevano feste e grigliate".

Adesso è tutto distrutto, e i residenti oscillano fra dolore e rabbia. C’è chi propone una raccolta fondi, e chi inizia a parlare di class action. Ma l’urgenza è trovare un tetto per i prossimi mesi. "Non possiamo farci ospitare da amici e parenti per sempre – spiega Mirko Berti – il Comune deve mettere a disposizione una soluzione abitativa stabile, oltre ad alberghi e residence per i prossimi giorni. Oltre al sindaco Sala, che è passato domenica, i politici qui non si sono fatti vedere. Questo era un edificio bellissimo, non ci sono mai stati problemi, ma è chiaro che qualcosa non ha funzionato". Il rivestimento, almeno sulla carta, era "garantito con materiale ignifugo", in una torre assicurata con Reale Mutua dove gli appartamenti costano dei 4mila ai 5mila euro al metro quadrato. Dubbi e sospetti che rimbalzano sul gruppo WhatsApp dei residenti, mentre l’amministratore di condominio, Augusto Bononi, è chiamato a dare risposte sulle soluzioni abitative, raccordandosi con il Comune. "Il problema è dove andare per i prossimi mesi – spiega – ma anche chi pagherà le spese". Intanto i condomini sperano di poter rientrare presto negli appartamenti, almeno per una conta dei danni. Forse qualcosa si è salvato dalla devastazione.

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro