David ha 12 anni e convive con una disabilità gravissima alla quale concorrono la sindrome di Down e un grave disturbo dello spettro autistico. Quando gli si chiede quale sia il desiderio che in questo momento lo accende più di ogni altro, risponde senza esitazioni: andare a vedere il concerto dei The Kolors in programma al Forum di Assago il 3 aprile. Un desiderio che Giuseppina Rubbuano, madre di David, vorrebbe esaudire: "Va matto per quella band".
Per riuscirci dovrebbero essere sufficienti poche mosse: muoversi col dovuto anticipo per acquistare i biglietti (che per le persone con disabilità sono gratis, ma devono comunque essere prenotati), connettersi al portale internet del rivenditore oppure andare personalmente in uno dei punti vendita affiliati. E Rubbuano si è mossa esattamente in questo modo. Ma non è servito. Perché un conto è la procedura per acquistare tagliandi per chi non ha disabilità e tutt’altro conto è acquistarne per chi ha disabilità.
La storia di Giuseppina e David dimostra per l’ennesima volta che persino il diritto allo svago è un diritto ad ostacoli per chi convive con una o più disabilità. Dimostra – come già altri casi dei quali si è raccontato su queste pagine nei mesi scorsi o nelle scorse settimane – che le procedure per il semplice acquisto di un ticket risultano oggi, ancora oggi, diffusamente e inspiegabilmente discriminatorie.
"Noi siamo andati sul sito internet del rivenditore dei biglietti – racconta Rubbuano –, abbiamo cliccato sul link per la scelta del posto ma sulla piantina del Forum di Assago, una volta che ci si è aperta, il palchetto con i posti riservati alle persone con disabilità non era indicato, era come se non ci fosse. A quel punto – prosegue Rubbuano – siamo andati nel punto vendita di una nota catena dell’elettronica autorizzato a vendere i biglietti per questo concerto ma la ragazza al terminale ci ha detto che neppure lei riusciva a visualizzare i posti per le persone con disabilità e, quindi, a dirci se ce ne fossero ancora di disponibili".
Il terzo passo è stato, infine, quello di contattare l’organizzatore dell’evento: in questo caso la Color Sound Srl. Vale la pena precisare che sul sito del rivenditore dei biglietti si avvisa che, in caso di disabilità, è necessario contattare l’organizzatore dell’evento. Ma il punto è proprio questo. Anzi, la domanda è propria questa: perché? Perché non è possibile visualizzare e acquistare on line i biglietti per le persone con disabilità esattamente come tutti gli altri biglietti? Se lo chiede anche questa madre.
Contattata ieri mattina da Il Giorno, la Color Sound Srl ha fatto sapere che verificherà la possibilità di ovviare a questo problema nonché, prim’ancora, i motivi della mancata visualizzazione di uno spazio on line riservato proprio alla prenotazione di ticket per persone con disabilità. Una storia che si ripete, questa. Accade, come segnalato, anche nei cinema: in questo caso a chi ha disabilità è consentito solo l’acquisto di persona, deve necessariamente andare in biglietteria. Un vero controsenso – se ci si pensa – obbligare proprio e solo le persone con disabilità a doversi muovere per comprare un biglietto.
Tornando alle modalità di vendita dei biglietti dei The Kolors, il punto della pagina web dove si spiega quale iter debba seguire chi voglia assicurarsi uno dei biglietti riservati alle persone con disabilità è pressoché invisibile, è in una periferia remota. Bisogna, infatti, far scorrere la pagina fino in fondo e avventurarsi, poi, nella lettura – quasi un’opera di decifrazione – delle scritte in piccolo che qui vi compaiono.
Rubbuano ha infine preso contatti con la società organizzatrice del concerto, come detto. Ma da questa si è sentita rispondere che i biglietti per persone con disabilità erano già esauriti. Da qui originano, però, altri due temi: quanti erano questi biglietti? Sempre ieri, contattata da Il Giorno, la Color Sound Srl ha fatto sapere che il numero dei tagliandi per persone con disabilità, in questo caso come in altri, è stabilito per legge e che erano nell’ordine della trentina. Sì, appena una trentina di biglietti a fronte di una capienza di 10mila persone. Perché così pochi?
Ma non è finita. "Ho chiesto un posto a sedere in un’altra zona del Forum, precisando che lo avrei pagato, che non lo averi voluto gratis – fa sapere infine Rubbuano –. Ma mi è stato risposto che l’unica alternativa era un posto nel parterre, dove si è tutti ammassati e tutti in piedi, una condizione decisamente poco ottimale per un bambino come David che, oltretutto, può aver bisogno di un farmaco salvavita". L’appello, allora, è lanciato: è possibile esaudire il desiderio di David ed evitare che questi casi si ripetano?