
Polizia e ambulanze a Lambrate la notte dell'accoltellamento. Nei riquadri Hassine Hamis e Christian Di Martino
Milano – E’ stato condannato a 12 anni e 2 mesi di reclusione Hassine Hamis, il 37enne marocchino irregolare che la sera dell'8 maggio dello scorso anno alla stazione di Lambrate, a Milano, tentò di uccidere a coltellate il 35enne viceispettore della Polizia di Stato Christian Di Martino, che riuscì a salvarsi grazie all'intervento dei colleghi e a delicate operazioni chirurgiche e numerose trasfusioni di sangue all'ospedale Niguarda.
Lo ha deciso la gup Silvia Perrucci nel processo con rito abbreviato. La pm Maura Ripamonti aveva chiesto per l'imputato 13 anni e 4 mesi. La giudice ha riconosciuto colpevole il 37enne, presente al momento della lettura del dispositivo, di tutti i capi d'imputazione e ha ordinato la sua esclusione dall'Italia a pena espiata. La gup lo ha anche condannato a risarcire in via provvisionale di 5mila euro il poliziotto, assistito dall'avvocato di parte civile Massimo Del Confetto, mentre sarà un eventuale giudice civile a esprimersi sulla richiesta di risarcimento danni per 150mila euro.
Oltre che per il tentato omicidio, il 37enne è stato condannato dalla gup, che nel dibattimento non aveva concesso la perizia psichiatrica chiesta dalla difesa, anche per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni nei confronti di altri due poliziotti, porto abusivo del coltello, lesioni nei confronti di una passante colpita alla testa da un sasso, attentato alla sicurezza dei trasporti per il lancio di pietre contro i treni in corsa e false attestazioni sull'identità. La condanna è leggermente inferiore alla richiesta della pubblica accusa che, nella scorsa udienza del 16 gennaio, aveva chiesto una pena a 13 anni e quattro mesi di carcere per il marocchino, già noto con altri alias e con precedenti per reati contro le persone, il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale.