NICOLA PALMA
Cronaca

Taxi truccato, costi delle corse gonfiati con la tecnica del filo azzurro. Licenza revocata, ma lui si giustifica: “C’era la crisi”

Milano, il conducente furbetto aveva manomesso il sensore odometrico del taxi per aumentare il prezzo delle corse. I giudici respingono il ricorso: “Condotta dolosa e sistematica”

Taxi a Milano (Archivio)

MILANO – Il filo azzurro serviva per alterare il sensore odometrico del tassametro, vale a dire il sistema che misura la distanza percorsa da un veicolo attraverso i giri delle ruote. In questo modo, si poteva stabilire a priori una velocità indipendente da quella reale del mezzo. Ovviamente a favore del conducente furbetto. Il trucco, applicato in maniera truffaldina per far salire il prezzo delle corse all’insaputa dei clienti, è costato carissimo al padroncino, che si è visto revocare la licenza dal Comune.

Non è bastata la sua difesa, fondata sulle presunte difficoltà economiche generate dalla crisi del settore (in realtà successiva all’installazione): ieri il Consiglio di Stato ha reso definitiva la decisione dell’amministrazione di Palazzo Marino, bollando la condotta del tassista come dolosa, sistematica e prolungata nel tempo.

Andiamo per ordine. Le prime segnalazioni arrivano alla polizia locale a inizio marzo del 2021: alcuni clienti, abituati a fare sempre lo stesso tragitto su un’auto bianca, notano un evidente scostamento di prezzo (con aumenti fino a un massimo del 40%) tra una corsa e l’altra. A quel punto, scattano gli accertamenti investigativi degli agenti della Freccia 1, specializzati nel contrasto all’abusivismo nel trasporto pubblico non di linea. Il 23 marzo 2021, i ghisa controllano l’Audi A4 del tassista e scoprono un piccolo parallepipedo di colore nero collegato con alcuni fili al tassametro nascosto sotto il tappetino: basta pigiare un tasto per azionare il congegno e accelerare il meccanismo che compila il costo finale in euro sul display.

Sei giorni dopo, la commissione del bacino aeroportuale lombardo notifica al diretto interessato l’avvio del procedimento disciplinare. Il tassametro manomesso, come si evince dagli atti del procedimento, viene affidato agli esperti della società Digitax e del Politecnico: verifiche e perizie tecniche fanno emergere che "il segnale generato dal dispositivo è pienamente compatibile con l’ingresso odometrico di un tassametro, sia per tipologia di segnale (a onda quadra equivalente a quello generato dai normali sensori di odometria delle autovetture), sia per ampiezza (modificabile per adeguarsi sia agli standard di ingresso a 12 volt sia a quelli a 5 volt)".

E ancora: "Collegando il filo azzurro all’ingresso odometrico di un tassametro, si può emulare la funzione del sensore odometrico della macchina, stabilendo a priori una velocità arbitraria indipendente da quella reale del mezzo". Convocato in commissione, il tassista "ammette pienamente il comportamento che gli viene contestato, adducendo a sua scusante la crisi del settore e la propria complicata situazione personale, sostenendo inoltre la poca entità del vantaggio derivato dal suo comportamento".

Un comportamento che l’organismo giudicante definirà "doloso, sistematico e protratto per un arco di tempo significativo, che risale per giunta a un periodo precedente all’attuale crisi del settore (all’epoca provocata dal Covid, ndr)". Un comportamento talmente grave da meritare la punizione più grave prevista dal regolamento. A quel punto, il conducente “radiato” si rivolge al Tar, che il 20 luglio 2022 gli dà torto.

L’appello al Consiglio di Stato non sortisce effetti, nonostante l’ex autista sostenga che l’amministrazione non avrebbe correttamente bilanciato tutti gli interessi in gioco, "privandolo dell’unico mezzo di sostentamento proprio e dell’intero nucleo familiare". Per i giudici, però, il Comune non aveva altra scelta, anche perché l’accusato ha ammesso tutto sia in sede disciplinare sia in sede penale (il processo si è concluso con una sentenza di patteggiamento). Al di là di questo, la condotta è stata ritenuta "idonea a giustificare la decadenza dalla licenza".