
La protesta dell’Assemblea precaria universitaria di Milano in Festa del Perdono
L’università affonda: Bernini taglia le scialuppe: una “striscionata“ e il grido dei ricercatori dell’“Assemblea precaria universitaria Milano“ hanno anticipato l’inaugurazione dell’anno accademico della Statale. "Mentre in tutta Italia ministra e rettori si organizzano per festeggiare l’inizio di un nuovo anno accademico, per noi si prospetta un futuro fatto di precarietà – hanno scandito al megafono – stiamo assistendo al progressivo smantellamento dell’università pubblica e del diritto allo studio". Sotto la lente, in questo caso, il disegno di legge per la valorizzazione della ricerca. "Il testo è ancora in fase di esame parlamentare e non ha quindi ancora prodotto alcun effetto", replicano fonti del ministero dell’Università, pungolate pochi minuti dopo su un altro tema: i tagli al Fondo di finanziamento ordinario. A portarli sul tavolo è il direttore generale, Angelo Casertano - "nove milioni in meno nel 2024" - insieme alle spese in aumento (21 milioni più solo per il personale) ma anche ai "risparmi di famiglia" e alla "gestione oculata", che ha permesso alla Statale di "tamponare" e affrontare le sfide. Che con il progetto a Mind - "che vale oltre 600 milioni, considerando edificazione, acquisto di terreni e allestimento" - non son poche.
"Chiunque, oggi, si trovi a gestire un’università pubblica, non può non menzionare la situazione di difficoltà che l’intero sistema universitario italiano sta affrontando – ha sottolineato Casertano –. Moltissimi atenei hanno avuto problemi nell’approvazione dei bilanci di previsione. Per assicurare l’equilibrio economico del 2025, in diversi casi è stato necessario adottare misure correttive, spesso anche rinunciando temporaneamente a finanziare attività legate alla formazione e alla ricerca". "Il nostro ateneo ha dovuto far fronte a un bilancio di previsione che partiva da un disequilibrio di circa 29 milioni, su un totale di circa 600 – ha proseguito –. Lo ha fatto con risorse patrimoniali proprie, forte di una gestione oculata e di un’impostazione prudenziale che il nostro bilancio ha sempre avuto nel corso degli anni".
Arriva subito - sempre da fonti ministeriali - la reazione "sorpresa": " Va ricordato che l’Università Statale di Milano - come tutto il sistema dell’alta formazione - è finanziata per l’80% dallo Stato, ossia dalle imposte dei contribuenti, mentre il restante 20% dalle tasse pagate dagli studenti. In questo contesto, è perfettamente normale che gli atenei attingano a risorse liberate da altri capitoli o agli avanzi di bilancio, frutto del consistente aumento del finanziamento pubblico negli ultimi anni, oltre al Pnrr, per adattare le proprie priorità e linee di intervento".
"Le difficoltà sollevate per il nuovo anno – fanno sapere sempre da Roma – appaiono sorprendenti alla luce dell’incremento previsto nel Fondo di Finanziamento Ordinario 2025 per il quale l’impegno del ministro, Anna Maria Bernini, durante l’approvazione della legge di Bilancio è stato massimo". Il Ministero fa inoltre notare come "il ministro si sia più volte detta disponibile a dialogare con gli atenei, e le loro governance, qualora riscontrassero specifiche criticità di bilancio. Appello che non ha ricevuto risposta da alcun ateneo". Parte il contropiede, rilanciando la palla alla Crui: "Il Mur è impegnato a una revisione del meccanismo del Fondo di finanziamento ordinario. La relatrice sul tema, nell’ambito del tavolo di lavoro, è la presidente della Crui, Giovanna Iannantuoni". L’inaugurazione dell’anno accademico si chiude con un auspicio della rettrice Brambilla, a margine: quello del sotto finanziamento alle università e dei problemi di bilancio di molti atenei "è un tema noto su cui la Crui stessa è intervenuta più volte: io sono confidente sulla capacità del nostro Paese e delle istituzioni di essere a fianco delle università, perché sono un investimento per il futuro del Paese".
Si.Ba.