
Guardia di Finanza da Srtaberry
Milano - Ritorna sotto sequestro StraBerry, l’azienda nel Milanese con serre fotovoltaiche sui terreni di Cascina Pirola a Cassina Dè Pecchi, al centro dell’inchiesta per caporalato che si è chiusa con la richiesta di rinvio a giudizio di 5 persone, tra cui la stessa società, "prossima" allo stato di insolvenza e il 31enne inventore della start-up, Guglielmo Stagno d’Alcontres. A revocare il controllo giudiziario, che risale alla metà dello scorso febbraio sulla scorta del ripristino della legalità tra i braccianti (dopo che per sei mesi l’azienda era stata sotto sequestro per via del loro sfruttamento), è stato il gup Domenico Santoro che ha accolto la richiesta del pm Grazia Colacicco e che sarà chiamato a decidere se mandare a processo o meno i 5 imputati.
Secondo il giudice, la situazione che si è venuta a creare di recente, con anche le dimissioni dell’amministratore delegato, "evidenzia una sostanziale impossibilità di funzionamento dell’azienda (...) con l’assenza di una vera e propria governance" in grado di gestirla. Cosa che avrebbe determinato anche "il manifestarsi di tensioni in seno" ai lavoratori e "la sostanziale inattività da parte di chi doveva svolgere le mansioni di datore di lavoro". Secondo il giudice non solo sono "sostanzialmente, venuti meno i presupposti che avevano condotto alla misura del controllo giudiziario" ma si è anche "al cospetto di chiarissimi elementi di novità" rispetto al periodo del precedente sequestro.
Lo scorso aprile pure il tribunale del Riesame aveva accolto il ricorso del pm contro il controllo giudiziario. Ora il nuovo sequestro è stato eseguito dalla Guardia di Finanza. Nei campi di fragole di Cassina de’ Pecchi, dove i migranti lavoravano sottopagati per raccogliere i frutti che finivano sui banchetti patinati della start up Straberry in centro, si viveva un "clima di terrore". A dirlo, intercettato, era lo stesso Stagno D’Alcontres, 31 anni, bocconiano, e numero uno dell’azienda che all’epoca venne sequestrata la prima volta su ordine del giudice Roberto Crepaldi.
In una conversazione in cui parlava di come i sorveglianti dovrebbero trattare i braccianti diceva: “Stamattina appena ho visto uno che parlava dopo un secondo l’ho mandato a casa, non é che gli ho dato la seconda possibilità...”vai a casa!” ed appena vedo uno con il cellulare io lo mando a casa! é il terrore di rispettare le regole!". Un sistema che lo stesso D’Alcontres descriveva , ridendo al telefono:"Questo deve essere l’atteggiamento perché con loro devi lavorare in maniera tribale, come lavorano loro, tu devi fare il maschio dominante, è quello il concetto, io con loro sono il maschio dominante...è così...io sono il maschio dominante! Ed alla fine non cambia un cazzo che sono il datore di lavoro, perché se loro capiscono che tu hai gli stessi metodi che son quelli che funzionano (...) ma sono i metodi con i quali bisogna lavorare".