ANDREA GIANNI
Cronaca

Stipendio tagliato a chi non rispetta i tempi, scatta la protesta dei driver: “Punito chi non corre”

Presidio davanti al polo logistico di Buccinasco contro le contestazioni disciplinari per scarsa produttività. “Incidenti? Paghiamo noi”

Una protesta dei driver

Milano – Per chi si macchia di "scarsa produttività" nella corsa dell’e-commerce scatta la contestazione disciplinare, che in alcuni casi si è tradotta in una multa, sotto forma di stipendio trattenuto su due o tre ore di lavoro. Una stangata per driver di società di trasporti della filiera Amazon che non rispettano i tempi di percorrenza, stabiliti da algoritmi, per arrivare al punto di consegna del pacco.

Ma non è l’unico fronte aperto, perché l’ultima battaglia sindacale della Filt-Cgil di Milano verte anche sul delicato tema degli incidenti stradali durante il lavoro, con furgoni spesso utilizzati dalle ditte con la formula del noleggio a lungo termine.

Sono arrivate sul tavolo del sindacato, infatti, segnalazioni da parte di driver che, nonostante la copertura assicurativa e gli accordi, si sarebbero trovati a dover pagare somme anche di 700 o mille euro a seguito di sinistri: praticamente l’intero stipendio mensile, per chi lavora con contratti part time.

Per questo la Filt ha organizzato un presidio, venerdì mattina davanti al polo logistico di Buccinasco, prima tappa di una serie di mobilitazioni che si terranno nei prossimi giorni in altre stazioni Amazon in Lombardia. "I diritti vanno rispettati – spiega William Leoni, sindacalista della Filt-Cgil – e chiediamo anche ad Amazon un intervento. Sugli incidenti chiediamo una franchigia identica per tutti, anche per chi ha un’anzianità inferiore ai sei mesi, oppure l’estensione di una copertura assicurativa “casco“". Correttivi che potrebbero essere introdotti nel contratto collettivo nazionale, con "maggiori garanzie per i driver dell’ultimo miglio" che svolgono un lavoro che impatta sullo stato psicofisico.

«L’altro tema è quello delle contestazioni disciplinari ai lavoratori – prosegue Leoni – accusati di “scarsa produttività“ se non rispettano i tempi di consegna. Il ricorso a provvedimenti punitivi e sproporzionati si sta registrando in diversi stabilimenti". Il caso era già esploso nel 2022 a Origgio, quando un driver era stato sospeso proprio per "scarsa produttività". Sindacalisti e colleghi avevano organizzato uno sciopero e, infine, la ditta di trasporti era stata costretta a ritirare il provvedimento. "Abbiamo definito standard elevati per i nostri fornitori – ha reso noto Amazon – e ci aspettiamo che rispettino le leggi e il codice di condotta dei fornitori Amazon, attento a garantire agli autisti sicurezza, equità e retribuzioni adeguate. Lavoriamo a stretto contatto con i fornitori per definire insieme obiettivi realistici, che non mettano pressione su di loro o sui loro dipendenti. Le rotte sono programmate in modo da tener conto di pause e pasti, consentendo alla maggior parte degli autisti di terminare le consegne prima della fine del turno".

Andrea Gianni