Milano – Il trucco del coltellino. I malviventi che bazzicano Stazione Centrale hanno aggiornato il loro arsenale di tecniche per derubare i malcapitati. Tagliano con una lama affilata la tasca della vittima, che in un attimo, si ritrova alleggerita di quel che ha di più prezioso.
A finire nel mirino non sono solo turisti stranieri col cellulare nuovo e il portafoglio gonfio. Ma persino clochard che si appisolano di notte, sebbene il bottino sia magrissimo. E i lavoratori della zona che non vivono nell’agio. "Sono ladri che non hanno paura delle reazioni delle vittime né di finire in carcere. Sono così sicuri di farla franca che su TikTok pubblicano video in cui si vantano, in arabo, delle loro ‘imprese’, esibendo mazzette di contanti, abiti eleganti e macchine di lusso. Una propaganda criminale che sta traviando i minori che arrivano in Italia", afferma un edicolante egiziano di piazza Duca d’Aosta. I furti avvengono anche nel suo chiosco. "Quando la caccia ai turisti va male, si rifanno sulla mia merce. Arraffano le valigie nuove, persino le calamite… Denunciare? Non ci penso proprio, mi sfascerebbero le vetrine per vendetta", aggiunge.
La tecnica del coltellino non risparmia i lavoratori. "Un nostro collega appena uscito sulla strada, a fine turno, si è ritrovato la tuta tagliata, il portafogli era sparito", riferisce un dipendente di una nota catena di pubblici esercizi in piazza Duca d’Aosta. "È successo persino a un clochard che conosciamo mentre dormiva sotto i portici", sostiene Roberto Giangreco, responsabile del Dany Bar di via Pisani. Testimonianze simili le ha raccolte anche Roberto Attilio Crivelli, titolare della storica boutique Bardelli di via Antonio de Recanate. "Per i senza fissa dimora è un problema pure lasciare di notte le scarpe fuori dal sacco a pelo, sono costretti a metterle sotto la testa, a mo’ di cuscino". E poi ci sono le liti "a cadenza quotidiana", puntualizza il titolare di un compro-oro vicino alla stazione che, per evitare rapine, ha dovuto installare una doppia porta e montare una telecamera all’altezza del campanello. "Le facce che non mi quadrano non le faccio entrare, e, come risposta, prendono a calci il vetro".
Giusto una settimana fa in piazza Duca d’Aosta, c’è stata una rissa degenerata in tentato omicidio. Era poco prima di mezzanotte di lunedì scorso quando un giovane marocchino ha aggredito con una lama un suo connazionale, come lui irregolare, ferendolo al torace. Attorno ai due, una ventina di ragazzi disposti in un cerchio a fare il ‘tifo’. "Nonostante gli appelli dei politici per la sicurezza e le operazioni spot contro l’illegalità, la situazione in Stazione Centrale è sempre tragicamente la stessa", riflette amaramente Massimo Cavallaro, presidente dell’associazione ‘I vitruviani’ che, da residente, si batte per ripristinare il decoro di via Vitruvio.
Una battaglia condivisa dai commercianti. "La cattiva reputazione della zona ha depresso i nostri affari. Le botteghe italiane lasciano, ad aprire solo fast food etnici", osserva Giuseppe Dirienzo dell’omonimo negozio di calzature. Fa eccezione Livio La Rosa che, due anni fa, ha aperto in via Vitruvio Market Vape. "Io la vedo come zona ad altissimo potenziale. Al pessimismo non mi rassegno".