
San Donato Milanese (Milano) – Lo stadio del Milan? Porterà opportunità di lavoro, un potenziamento delle infrastrutture e la riqualificazione di un’area oggi degradata; inoltre, garantirà a San Donato una visibilità internazionale. Ne sono convinti tre giovani esponenti del centrodestra, che in una lettera aperta alla cittadinanza invitano a considerare anche gli aspetti positivi, e non solo le criticità, legate al possibile arrivo di un impianto sportivo da 70mila posti, con centro commerciale e strutture ricettive, nell’area San Francesco. Nel documento, dal quale si evince un sostanziale "sì" all’ipotesi stadio, Luca Vassallo (coordinatore provinciale di Forza Italia Giovani), Matteo Fantinelli (consigliere comunale di Fratelli d’Italia a San Donato) e Matteo Gazzola (coordinatore provinciale della Lega Giovani) concordano sul fatto che "le preoccupazioni per un’opera così imponente sono legittime, ma rifiutiamo l’ideologismo del “no” a prescindere. È chiaro che questo progetto non può, e non deve, gravare sulla vivibilità dei nostri quartieri residenziali. In merito a questo, la società ha già proposto di rivedere la mobilità attorno all’opera. Ponti ciclabili da San Donato, una pista ciclabile da Rogoredo, ma anche un nuovo svincolo autostradale e la riqualificazione della stazione ferroviaria sono tutte soluzioni imprescindibili per offrire diverse opzioni a tifosi e spettatori. E, ancora, ci aspettiamo finalmente un’accelerata sul rafforzamento della linea ferroviaria S12, sul prolungamento della M3 e su un collegamento con l’aeroporto di Linate".
Secondo i tre attivisti politici, il Milan potrebbe rappresentare, per San Donato, l’occasione per voltare pagina e riacquisire prestigio dopo che alcune storiche aziende come Saipem, Snam e Unipol hanno lasciato, o stanno per lasciare la città, a favore di Milano. La lettera aperta non risparmia una stoccata agli avversari politici: "È grazie ai pasticci interni al Pd milanese se oggi a San Donato si parla dello stadio del Milan". E il Pd di San Donato? "È lecito ritenere che non avrebbe avuto la stessa risolutezza nel capitanare il fronte del “no”, se fosse stato al governo della città".
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