Stadio del Milan a San Donato, la protesta di Chiaravalle: “Una ferita per il territorio”

Milano, i residenti del borgo contro il progetto rossonero: “Qui regna pace e silenzio, assurdo costruire il mega impianto a 800 metri dalle case”

L'area interessata dal progetto del nuovo stadio del Milan

L'area interessata dal progetto del nuovo stadio del Milan

Milano – Il nuovo stadio del Milan a San Donato non piace ai residenti di Chiaravalle. Il 26 febbraio i comitati del piccolo borgo a sud di Milano si sono riuniti proprio per chiedere di bloccare il progetto che porterebbe – spiegano – uno stadio da 70mila posti con tutte le strutture connesse (parcheggi e strade) a 800 metri dalle case e poco più di un chilometro dalla “Ciribiciaccola”, il campanile dell’abbazia medievale, con solo la ferrovia e l’autostrada del Sole a separare due realtà con esigenze opposte.  

Patrimonio Unesco

“Ci battiamo perché Chiaravalle diventi patrimonio dell’Unesco, patrimonio dell'umanità, patrimonio paesaggistico non solo monumentale – dice Fabio Songo, dell’associazione Borgo di Chiaravalle – Da moltissimi anni ci battiamo contro il degrado e per la salvaguardia non solo dell'abbazia e del suo borgo, ma anche di questo paesaggio unico e straordinario”.

Il parco della Vettabbia, che sorge accanto a Chiaravalle (Foto Andrea Fasani)
Il parco della Vettabbia, che sorge accanto a Chiaravalle (Foto Andrea Fasani)

Ferita insopportabile

L’idea dello stadio a poche centinaia di metri – prosegue Songo – “È stata una doccia fredda. Per noi è insopportabile l'idea che costruiscano uno stadio nel nostro territorio. Sarebbe un'offesa, una ferita insopportabile per una comunità che ama la pace, il silenzio, la tranquillità. E non solo per chi ci vive e l'ha scelto proprio per le sue caratteristiche, ma anche per chi da Milano vuole rompere i ritmi frenetici della città e per i turisti”.

Uno scorcio dell'abbazia di Chiaravalle (Foto Andrea Fasani)
Uno scorcio dell'abbazia di Chiaravalle (Foto Andrea Fasani)

Luogo dello spirito

Per Paolo D’Alessandro, residente a Chiaravalle da 34 anni la battaglia “Non è una difesa corporativa, ma una difesa del territorio, che è bene di tutta Milano. Questo è un luogo dello spirito, oltre a essere naturalmente un posto meraviglioso a livello paesaggistico, a livello artistico e culturale. Qui i milanesi possono quasi fare una gita fuori porta per staccarsi dalla vita frenetica della città”.

L’appello a Sala

Un’altra residente Dina Vasi rivolge infine un appello direttamente al sindaco Beppe Sala: “Vorrei anche che il nostro sindaco si facesse portavoce e ci difendesse dalla violenza che lo stadio porterà su questo territorio e da quanta bellezza verrà rubata non solamente a noi ma a tutta la città. Spero di averlo al nostro fianco nella nostra battaglia per difendere Chiaravalle”.