Mario
Abis*
Nell’indagine “Edilizia e abitare con il Covid-19”, realizzata dall’Istituto Makno come edizione speciale di Housing Tomorrow, osservatorio a cadenza biennale presentato con Feneauil Lombardia, emerge un dato significativo specialmente raffrontandolo con l’ultimo ‘numero’ dell’osservatorio di novembre scorso: è evidente l’impatto delle misure adottate per l’emergenza da COVID-2019 sul rapporto tra gli italiani e la casa durante il lockdown e le esigenze emerse. Un primo dato dal confronto con il ‘prima’ è l’aumento della voglia, dopo la quarantena, di cambiare casa. Voglia che coinvolge oggi ben oltre la metà del campione (più del 57%, contro un 44% in autunno) e che per la maggioranza è nata proprio dall’emergenza che ha reso l’abitazione inadeguata ai nuovi usi (lavoro, scuola, tempo libero, socializzazione…) e alla convivenza forzata di tutta la famiglia. Servono spazi non solo più ampi, ma soprattutto più razionali in una casa disegnata in base ai nuovi bisogni, anche adeguando spazi esistenti senza spreco di superfici, commistione esasperata di usi diversi o eccessiva condivisione. Una casa più grande (per il 14% oggi contro il 4,5%), ma soprattutto con un buon rapporto prezzoqualità e basse spese di gestione. Nel cambiare casa si cerca allora il prodotto nuovo (57,5% oggi, 50% prima) in un quartiere o comune non grande, ricco di servizi, sicuro, con del verde pubblico cui si aggiunge il bisogno di verde privato, in casa e della casa. Per l’interno si ribadisce la particolare importanza della luce naturale, del silenzio e di un giardino. Senza grandi balzi, nonostante le previsioni, la domanda di un balcone o terrazza che rimane intorno al 13%. L’esperienza Covid-19 rallenta il cambio casa in attesa di maggiori certezze sul mercato e per i problemi economici emersi.
*Docente Iulm