Gli ultimi container, concluso lo sradicamento dai basamenti in cemento e delle reti di collettamento di servizio (acqua ed energia elettrica) effettuato nel fine settimana, verranno smaltiti nei prossimi giorni. Poi di quella che era l’oasi felina gestita dall’associazione Amici dei Mici in frazione Cerello, non resterà più nulla.
"A dire il vero resterà un recinto metallico che contiene una cinquantina di gatti. Animali impossibili da collocare perché malati e bisognosi di cure. Gatti che, se abbandonati al loro destino, moriranno certamente, e moriranno male"| afferma Cristina Bottini, dal 2017 presidente dell’associazione. Qui i gatti si muovono liberamente e non si allontanano, perché hanno trovato l’ambiente ideale e il cibo. "Speriamo che il proprietario del terreno ci lasci almeno questa possibilità. Questa è una colonia di gatti censita. Nel frattempo abbiamo anche continuato ad assegnare i gattini, sempre numerosi".
L’oasi è stata “sfrattata“ perché dotata di strutture fisse realizzate in forma abusiva su un terreno agricolo regolarmente assegnato all’associazione, per il quale venivano regolarmente pagati affitto e utenze, compresa la tassa rifiuti. Una realtà esistente da un decennio e mai contestata. A luglio invece lo sfratto. C’è poi stata una proroga di qualche mese, ora scaduta. Il Comune aveva offerto di aprire un gattile su un terreno comunale. Il bando è però andato deserto perché implicava competenze e costi proibitivi per le piccole associazioni che si prendono cura degli animali.
Giovanni Chiodini