Simone ucciso in strada. "Sangue non chiami altro sangue"

I sindaci di Pessano e Vimercate lanciano un appello dopo alcuni post che chiedono vendetta

Simone Stucchi

Simone Stucchi

Pessano con Bornago (Milano), 3 ottobre 2021 - "Kanun" . "Verrete ripagati con la stessa moneta". Qualcuno degli amici di Simone Stucchi agita su internet lo spettro della vendetta. Un pericolo che hanno bene in mente i sindaci delle città delle bande che mercoledì notte si sono scontrate lasciando sul marciapiede il corpo del ventiduenne trafitto da quattro coltellate. Pessano e Vimercate legate dalla tragedia e ora "dal timore che sangue chiami altro sangue", dice il sindaco Alberto Villa, cui si unisce il collega brianzolo Francesco Sartini. È un fiume minaccioso che si muove nei meandri della rete, dove si parla anche della legge albanese della faida. "Fermiamoci – aggiunge il primo cittadino – purtroppo siamo già andati oltre il confine e bisogna tornare subito indietro. Questo dramma deve far diventare tutti più consapevoli. In gioco c’è il valore assoluto della vita. Ma non sembra chiaro ai protagonisti di questa vicenda". Un consiglio "da fratello maggiore" arriva da Emis Killa: il famoso rapper vimercatese conosceva Simone fin da bambino e oggi, come tutti in città, fatica ad accettare la sua fine. Il musicista si rivolge agli amici del ragazzo: "Non focalizzatevi sulla violenza. Cercatevi un hobby: viaggiate, innamoratevi, fate sport. Da certe cose non si torna più indietro". L’artista nel post su Instagram dedicato all’omicidio denuncia anche "l’esaltazione senza precedenti che c’è tra i giovani". I legami tra i ragazzi e l’intreccio che ha scatenato l’ostilità fra le due compagnie – insulti e minacce telematiche andavano avanti da settimane – sono tra gli elementi chiave dell’indagine certosina scattata subito dopo il delitto e che sta proseguendo per ricostruire le responsabilità di tutti: chi c’era, chi ha partecipato all’assassinio e chi ha avuto anche solo un ruolo nella rissa. Ai carabinieri non basta un quadro sommario di indizi, serve una ricostruzione che regga davanti al giudice. Fra i circa trenta giovani che erano al parco di via Monte Grappa la sera di quelle quattro coltellate c’erano anche diversi minorenni, non tutti italiani, alcuni di origine straniera, studenti e lavoratori, incensurati e altri con piccoli precedenti. I rivali si sono affrontati con violenta determinazione, all’appuntamento erano arrivati armati fino ai denti e i vimercatesi si erano calati cappucci sulla faccia prima di agire con le mazze. Ma a svelare i loro volti potrebbero essere le telecamere, che avrebbero catturato alcune sequenze del raid. Anche i testimoni hanno fornito riscontri utili agli inquirenti. L’esame autoptico darà la certezza sul numero dei colpi, sulla loro sequenza e sull’emorragia che ha messo fine alla vita di Simone. Poi, sarà fissata la data del funerale.  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro