Giulia Bonezzi e Marianna Vazzana
Cronaca

Silvio Berlusconi e il San Raffaele: dal sogno di longevità con don Verzè all’ultima battaglia

Il cordone ombelicale tra l’ex premier e il “suo“ ospedale dove i supporter in lacrime si sono radunati anche ieri. La pasionaria Noelle: "Era Forza Italia, si spegne un’era".

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

"Ha rappresentato per il San Raffaele un riferimento costante fin da prima che la nostra famiglia ne assumesse la guida, ed è oggi nostro dovere ricordare il sostegno del Presidente Berlusconi quando Don Verzè lo invocava. Qui Silvio Berlusconi ha trascorso momenti complessi della sua vita in cui ha potuto constatare la qualità e la dedizione dei medici e del personale assistenziale. Nella memoria del nostro gruppo e dell’ospedale non sbiadirà il ricordo di quest’uomo straordinario che ci ha sempre onorato della sua fiducia".

In queste poche righe, diffuse ieri dalla famiglia Rotelli e da Kamel Ghribi, cioè i vertici del Gruppo San Donato proprietario del San Raffaele dal 2012, c’è la sintesi del legame profondo tra il Cavaliere e l’ospedale che l’ha aiutato a combattere quasi tutte le malattie che ha affrontato nell’ultimo quarto di secolo, prima di morire ieri mattina di leucemia cronica, in una stanza per "solventi" (pazienti a pagamento) del San Raffaele. Un cordone ombelicale che partiva da don Luigi Maria Verzè, il fondatore del San Raffaele. Inaugurato all’alba degli anni Settanta letteralmente a un centimetro dall’area in cui la Edilnord di Berlusconi stava costruendo Milano 2.

Silvio e il San Raffaele  Dal sogno di longevità  con don Verzè  all’ultima battaglia
Silvio e il San Raffaele Dal sogno di longevità con don Verzè all’ultima battaglia

Tra le cose che avevano in comune c’era il sogno di vivere, se non per sempre, almeno fino "a 150 anni", diceva Berlusconi nel 2010, commentando il progetto di don Verzè di portare la vita media a 120 anni con la prevenzione, la medicina predittiva e in definitiva la sua "medicina di Dio". Ma il sacerdote-manager morì alla pur ragguardevole età di 91 anni l’ultimo giorno del 2011, con l’ospedale sull’orlo del crac. Col passaggio alla nuova proprietà della famiglia Rotelli, che ha risanato l’ospedale di via Olgettina, il legame tra Berlusconi e il San Raffaele non si era interrotto.

A incarnarlo c’era già, da anni, Alberto Zangrillo, responsabile delle Rianimazioni di via Olgettina ma soprattutto medico personale del Cavaliere ("Caro Presidente, Le chiedo scusa ma non trovo le parole. Io e Lei ci siamo capiti", ha twittato ieri sopra una loro foto insieme). Un ruolo che Zangrillo aveva condiviso per un tratto con Umberto Scapagnini, scomparso nel 2013, che ebbe a definire il suo paziente più illustre "tecnicamente immortale". Quel sogno di longevità continuava ad affascinare Berlusconi ("Ho deciso di rimettere in piedi l’organizzazione che si era chiusa con la morte di don Verzè, quella che tendeva a raggiungere per l’uomo i 120 anni di vita", diceva nel 2014), che a 86 anni suonati ha combattuto ("come un leone", commentò il figlio Pier Silvio) anche l’ultima battaglia contro la leucemia, lì al San Raffaele dove i temporali non hanno fatto in tempo a rovinare gli striscioni "Forza Silvio" lasciati dai supporter durante il penultimo ricovero prima che il Cavaliere fosse costretto a tornare, venerdì scorso. E ad andarsene per sempre verso Arcore ieri intorno alle 14.

Ieri, oltre i cancelli di via Olgettina, le bandiere di Forza Italia sulle spalle sono diventate fazzoletti per asciugarsi le lacrime. "Non riesco a non piangere. La morte di Berlusconi mi ha spaccato il cuore", diceva Andrea, 73 anni, con la moglie Alida che a ogni ricorrenza "gli mandava gli auguri". Marco, 21 anni, studente di Medicina proprio al San Raffaele, rivela che "Berlusconi è stata la prima persona che ho votato in tutta la mia vita, l’anno scorso". Con Andrea si conoscono da meno di un minuto e si fotografano insieme, a poca distanza dai cartelloni che altri fan hanno lasciato su mura e cancellate: "Abbiamo ancora bisogno di te, gigante". "Il coraggio e la forza della tua umanità ti hanno sempre risollevato. Anche questa prova passerà".

Invece è arrivato il giorno "che in fondo ci aspettavamo un po’ tutti, ma al quale nessuno arriva mai preparato, il dolore è grande", osserva Luca Palmegiani, coordinatore provinciale dei giovani azzurri a Latina: "Qualche tempo fa ha partecipato al nostro pranzo a Bergamo. Si è presentato a sorpresa con Marta Fascina, ha chiacchierato con noi e ha regalato a tutti (eravamo una settantina) un documento con i valori di Forza Italia. Ha dato il massimo, fino alla fine". Al San Raffaele c’era anche la “pasionaria“ Noelle, che segue Berlusconi da 35 anni e che ora, consacrata, continua a pregare per lui: "Silvio era Forza Italia. Con lui si spegne un’era". Poi si rivolge direttamente a lui: "Mi resta la tua umanità, la profonda sensibilità. Hai segnato la storia di questa nazione".

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