(In)sicurezza sul lavoro, le stragi e il suk dei certificati: “La formazione è un guscio vuoto, così le aziende eludono le norme”

Quest’anno 382 denunce di infortunio e 7 morti in più rispetto al 2023. L’allarme del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e le testimonianze dei sindacalisti in assemblea

Una protesta per la sicurezza sul lavoro

Una protesta per la sicurezza sul lavoro

Milano – Corsi di formazioni “fantasma”, false attestazioni, un mercato di "certificati elargiti a pagamento" alle aziende per attestare un rispetto delle norme "in realtà inesistente". E, quando viene impartita ai lavoratori, la formazione "rischia di essere puramente formale, un guscio vuoto che non ha dentro niente", ad opera di "società che non hanno alcun requisito". Una fotografia scattata dal procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano, a capo del pool di pm che si occupano di sicurezza e tutela dei lavoratori, davanti a 350 sindacalisti e rappresentati dei lavoratori per la sicurezza (Rls) riuniti in Tribunale per l’assemblea regionale organizzata da Cgil, Cisl e Uil.

Lo scenario, drammatico, emerge dai dati illustrati dai sindacati. Il 2023 si è chiuso con un triste primato per la Lombardia: 109.849 denunce di infortunio di cui 172 mortali e 3.809 tecnopatie denunciate. Al 31 marzo di quest’anno le denunce erano già 28.469, di cui 41 con esito mortale e 949 le malattie professionali segnalate. Si registrano, quindi 382, denunce di infortunio e 7 morti in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Tiziana Siciliano ha ricordato la tragedia della Lamina a Milano, "il silenzio che si crea in un posto dove ci sono quattro cadaveri in una vasca e dovevo autorizzarne la rimozione", tracciando un parallelo con l’ultimo drammatico incidente nel Palermitano, dove sono morti cinque operai. "Sono stanca di sentire, dopo ogni tragedia, richieste di aprire tavoli – spiega Siciliano – per poi tornare all’inerzia. La normativa che abbiamo è perfetta ma va applicata, la formazione è già un diritto ma il problema è esercitarlo. Aumentare le sanzioni? Cerchiamo di far funzionare almeno quelle che ci sono".

La formazione, secondo i sindacati, "è un elemento essenziale per la prevenzione" che però spesso rimane solo sulla carta. Cgil, Cisl e Uil hanno presentato un documento con una serie di proposte tecniche rivolte in particolare alla Regione, tra cui la "formazione on the job per i settori a maggior rischio" e maggiori controlli sulla regolarità degli enti. "Sul fronte della formazione – spiega Eloisa Dacquino, segretaria Uil Lombardia – vediamo certificati contraffatti, enti non legittimati a erogare formazione, corsi fantasma".

Testimonianze raccolte nei luoghi di lavoro lombardi, dalle grosse aziende alle piccolissime imprese, attraverso l’attività degli Rls. "Sulla sicurezza sentiamo tante belle parole ma all’atto pratico c’è poco confronto – racconta Emanuele Curti (Fit-Cisl) – la formazione viene svolta regolarmente ma in modalità non consone, come le classroom virtuali di sabato". Elena Rodoni (Cgil) racconta gli sforzi per "incentivare politiche sulla sicurezza" e far capire che "è fondamentale". Stefano Cenci (Uil) descrive una situazione preoccupante nei cantieri. "Si trova di tutto – spiega – come ponteggi e parapetti che mancano o sono installati malissimo. La formazione è inadeguata, non so neanche se i documenti che ci vengono sottoposti sono veri o falsi".

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