
"Martesana orfana di specialità ospedaliere, dipendiamo dai grandi presidi metropolitani. E’ ora di dire basta: serve un nuovo ospedale". La...
"Martesana orfana di specialità ospedaliere, dipendiamo dai grandi presidi metropolitani. E’ ora di dire basta: serve un nuovo ospedale".
La campagna dura da qualche anno, una mozione è già stata protocollata in Regione e approderà in aula a settembre. E da questa settimana ecco, presentato ufficialmente l’altra sera, il "Comitato promotore per un nuovo ospedale di primo livello della Martesana".
Raduna i membri originari del gruppo di lavoro, da Angelo Lavagnini della Cisl al docente Vittorio Mapelli ai componenti delle Acli Carlo Gerli e Orazio Reolon. Ma ha acquisito nuovi membri, conosciuti e illustri: fra gli altri l’ex assessore melzese e docente del Politecnico Franco Guzzetti, Mauro Celli che fu sindaco di Liscate negli anni Novanta, e, particolarmente significativo, Mauro Mascherpa (nella foto), per vent’anni primario della Medicina all’ospedale Santa Maria delle Stelle, da poco in pensione. Nel primo faldone di documenti la mozione, presentata in Regione da Nicolas Gallizzi. Lo studio preliminare alla proposta di nuovo nosocomio. E i numeri, gli ultimi ufficiali, dell’attività ospedaliera su un territorio dell’Asst, quello della Martesana, che conta due ospedali "di base",Melzo e Cernusco sul Naviglio per 340 mila abitanti. Vent’anni fa erano cinque.
A Mascherpa, presenza quarantennale negli ospedali d’area, l’onere di una introduzione senza perifrasi. "Vogliamo un ospedale di primo livello: con il Dea, la stroke unit. Con una dotazione di spazi, specialità, attrezzature e personale che renda possibile rispondere ai bisogni dei cittadini e assistere un paziente con un quadro di emergenza. Oggi, diciamolo chiaro, si perde un’ora per ‘spostare’ il paziente altrove: a Bergamo, al San Raffaele, al Monzino. Sempre che si trovi un’ambulanza, altro problema".
Strutture vetuste, specialità scarse, un tasso di "fuga" dei pazienti alla volta di altri centri che va dal 75 all’82% a seconda della prestazione. In mozione le richieste: un ospedale con 14-17 specialità, 350 posti letto ordinari, 30 di day hospital, day surgery, servizi diagnostici. Il costo, stimato in 215 milioni di euro, ma il solo recupero della ‘migrazione passiva’ ne abbatterebbe una bella quota. Dove farlo? "La scelta non sta a noi".
M.A.