MARINA
Cronaca

Separazione La paura di non farcela

Marina

Martini*

Era una ragazza molto giovane e molto attraente ma aveva già alle spalle una vita densa di avvenimenti tragici e anche il percorso per arrivare alla separazione fu particolarmente doloroso: il padre aveva abbandonato la famiglia da anni, disinteressandosi completamente di lei e la madre era una persona con grandi fragilità. La giovane aveva sperato di poter costruire una famiglia con il compagno da cui aspettava un figlio ma un incidente automobilistico aveva

causato la morte del fidanzato.

Per questo, quando un uomo molto più grande, libero professionista, le aveva proposto dopo pochi mesi di relazione di sposarsi e di riconoscere il figlio, lei non aveva esitato. Dopo la nascita di altri due figli, tuttavia, la pretesa del marito di controllare la vita della moglie, la sua crescente gelosia e le frequenti aggressioni verbali, avevano incrinato il rapporto.

Tra le altre cose, il riconoscimento del figlio nato dalla prima relazione, di

cui il figlio era all’oscuro, veniva utilizzato dal marito come arma di ricatto.

La principale problematica di questa separazione era rappresentata dall’impossibilità di avere adeguate garanzie relativamente all’accertamento e al pagamento del contributo di mantenimento dei figli.

Sotto il primo profilo, infatti, se il coniuge obbligato al mantenimento non gode di un reddito fisso da lavoro o da pensione, l’accertamento dei redditi di lavoro autonomo deve basarsi in primo luogo sulle risultanze fiscali ma

devono anche essere presi in considerazione tutti gli altri elementi significativi del tenore di vita della persona.

Per rendere più agevole tale accertamento, la prassi introdotta da taluni Tribunali tra i quali il Tribunale di Milano, prevede che i coniugi debbano

allegare ai primi atti difensivi una autocertificazione con la relativa documentazione attestante redditi e proprietà. Oltre a ciò occorre ricordare che il giudice ha sempre il potere di ordinare a terzi come ad esempio la banca o il datore di lavoro l’esibizione in giudizio di documentazione che una parte voglia nascondere. Tali accertamenti sono volti a tutelare la parte debole. È importante che l’avvocato sia chiaro nell’evidenziare alla cliente che il ricatto economico non regge di fronte agli accertamenti in sede giudiziaria.

*Avvocato Foro di Milano