REDAZIONE MILANO

Segrate, accoltellata dall’ex all’autogrill: “Fu tentato omicidio aggravato”. L’uomo condannato a otto anni

La 58enne venne aggredita nel giorno di Santo Stefano del 2023 a bordo della sua auto. Riuscì a salvarsi solo grazie alla sua reazione e all’intervento dei passanti

I rilievi della polizia sul luogo dell’aggressione nel giorno di Santo Stefano del 2023

I rilievi della polizia sul luogo dell’aggressione nel giorno di Santo Stefano del 2023

Segrate (Milano), 10 gennaio 2025 – Fu aggredita e ferita in un autogrill a Campi Bisenzio, vicino a Firenze, il 26 dicembre 2023. L’insegnante di 58 anni si era fermata nella zona di servizio, mentre era in viaggio con le figlie e stava percorrendo l’Italia per visitare i parenti durate le feste di Natale. Il suo carnefice era il marito, che è stato ora condannato a 8 anni di reclusione dal gup fiorentino con rito abbreviato. L’uomo di 65 anni, friulano, era accusato di tentato omicidio, aggravato dalla relazione con la vittima e dalla premeditazione. Secondo l’accusa, il 65enne per quattro giorni, con un’auto noleggiata in Slovenia, avrebbe inseguito per l’Italia la ex coniuge a Cerveteri (Roma), dove la donna era andata a festeggiare il Natale con i parenti. Poi, mentre stava ritornando con le figlie di 29 e 31 anni a casa, a Segrate, è scattato il raid.

Il pedinamento

Nella stazione di servizio autostradale di Bisenzio nord l’uomo ha messo in scena il suo piano. È sceso dalla sua vettura, con il volto coperto da cappello e un paio di occhiali scuri. Poi, secondo le indagini della squadra mobile fiorentina, dirette dal pm Lorenzo Boscagli, l’avrebbe aggredita mentre si trovava da sola nella sua Fiat Cinquecento. Le figlie erano scese poco prima per raggiungere l’autogrill. L’assalto è stato rovinoso. Il 65enne l’avrebbe colpita al viso più volte, cercando poi di sferrarle tre coltellate al petto. Soltanto per la prontezza di riflessi della vittima, i fendenti non erano andati a buon fine.

La donna, infatti, si era difesa, scalciando e riuscendo infine a uscire dall’automobile, a fuggire per qualche metro e a chiedere aiuto alle persone incrociate nell’area di sosta. Portata in pronto soccorso, per la ferita a una gamba fu dimessa con una prognosi di 15 giorni. Lui era riuscito a dileguarsi. Inizialmente si era pensato a una rapina. L’uomo era però subito finito nel mirino degli investigatori, perché aveva precedenti per maltrattamenti e lesioni sulla ex. 

Sete di vendetta

Era stato subito rintracciato e si era messo a disposizione, presentandosi spontaneamente in una caserma dei carabinieri di Udine per “collaborare“. Aveva detto di essere stato a casa in quelle ore dell’aggressione e per di più la ex moglie non lo aveva riconosciuto lui nel presunto rapinatore. Le indagini hanno rivelato ben altro e la Procura di Firenze lo ha fermato. La ricostruzione che emerge è inquietante. L’uomo avrebbe architettato nei minimi dettagli un piano, secondo la Procura, “accuratamente pianificato”. Per l’accusa, infatti, il 65enne aveva già messo in moto la sua “vendetta“ dal 22 dicembre, il giorno in cui si era concluso il suo processo con la messa alla prova: anche in quell’occasione era stato accusato di violenza nei confronti della ex moglie. A inchiodarlo, erano stati l’esame delle immagini delle telecamere dell’autostrada A1 e dell’autogrill, il confronto col racconto dei testimoni e quello della vittima.