Scontri prima di Inter-Napoli, arrestato capò ultrà Curva Nord

Marco Piovella, pavese di 34 anni, si era recato in Questura dopo che era stato indicato come l'ispiratore dell'agguato ai tifosi napoletani. "Daniele investito lentamente"

L'agguato tra i tifosi e Marco Piovella, leader della Curva dell'Inter

L'agguato tra i tifosi e Marco Piovella, leader della Curva dell'Inter

Milano, 31 dicembre 2018 - Marco Piovella, il capo ultras della curva dell'Inter, è stato arrestato oggi nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri avvenuti prima della partita Inter-Napoli del 26 dicembre scorso, in cui è morto investito da un'auto l'ultrà del Varese, Daniele Belardinelli. Ora è accusato di rissa aggravata, lesioni e violazione del Daspo. 

Nell'ordinanza con cui il gip di Milano, Guido Salvini, ha disposto la custodia cautelare in carcere, si legge che  "Piovella, quale membro del direttivo della Curva, ha evidentemente un potere di influenza particolarmente rilevante sui tifosi dello stesso 'subordinati' sulla base dell'ideologia del 'cameratismo sportivo' ed e' in grado di condizionare le dichiarazioni di coloro che verranno ascoltati dalla pg e dagli inquirenti nel corso delle indagini". L'uomo, rileva il gip, nell'interrogatorio di sabato scorso "ha manifestato una decisa ed esplicita reticenza rispetto alla ricostruzione dell'organizzazione e dello svolgimento dei fatti", e anche la sua decisione di presentarsi spontaneamente in questura "non rappresenta alcun modo un distacco dalla realta' organizzata che ha dato luogo al vero e proprio agguato militare". Dalle sue dichiarazioni, secondo il gip, traspare "un'esplicita scelta di difendere e proteggere con il silenzio la struttura dei gruppi di cui fa parte con un ruolo di comando, una struttura dedita, come risulta dalla compartimentazione, dalla gerarchia e della disponibilita' di oggetti atti ad offendere, in maniera ripetuta a gravi atti illeciti" Inoltre, esiste "il concreto e attuale pericolo" che l'indagato "commetta delitti con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale", e "cio' si desume dalla particolare violenza e pericolosita' manifestata nella aggressione strategicamente organizzata e dal suo ruolo determinante nella stessa; del resto l'agguato teso dalla tifoseria dell'Inter ben puo' scatenare ulteriori episodi ritorsivi violenti fra le tifoserie", nota il gip.

Ancora, "Piovella non ha mostrato alcuna significativa resipiscenza per quanto avvenuto ne' nella sua posizione ha dato sinora alcun significativo contributo affinche' episodi del genere non si ripetano". La "pericolosita'" del capo ultra' secondo il gip "e' dimostrata anche dalla violazione del provvedimento di Daspo cui lo stesso e' gia' sottoposto e che non ha esitato a violare rendendosi del tutto impermeabile a misure di semplice ammonimento. Lo stesso comportamento nei pressi dello Stadio posto in essere dall'indagato il giorno 26 dicembre costituisce infatti un'ulteriore violazione del Daspo a lui applicato". In questo quadro, la custodia in carcere e' "l'unica misura proporzionata alla gravita' dei fatti commessi e adeguata alle rilevanti esigenze cautelari sussistenti" perche' il ruolo di Piovella "comporta una pericolosita' elevata" e "la misura detentiva meno grave degli arresti domiciliari non interromperebbe efficacemente i contatti stabili con l'ambiente degli Ultras e con i concorrenti nei delitti contestati". 

Piovella comparirà mercoledì davanti al Gip Guido Salvini, per l'interrogatorio di garanzia.  L'ultras, davanti al giudice, dovrà rispondere di lesioni e rissa aggravata per il fatto che dagli scontri è scaturita la morte di Daniele Belardinelli e erano stati feriti a colpi d'arma da taglio quattro supporter del Napoli. Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere non è contestato l'omicidio.  In relazione all'arresto, la morte di Belardinelli è ritenuta un'aggravante della rissa dal momento che gli scontri hanno avuto come conseguenza, appunto, un morto. "Dagli elementi descritti risultano gravi indizi di colpevolezza anche in capo a Piovella Marco - scrive nelle conclusioni il gip Salvini nell'ordinanza di custodia cautelare - in ordine ai delitti contestati di rissa aggravata dall'evento lesioni e morte. Lo stesso ha personalmente organizzato l'assalto ai tifosi del Napoli e ha partecipato attivamente allo scontro tra le fazioni svolgendo un ruolo decisivo alla luce del suo ruolo apicale nei gruppi interisti, con assoluta prevedibilità - per le circostanze e modalità del fatto (utilizzo di armi, strada pubblica con traffico intenso, assalto in gruppo numeroso) - del verificarsi degli ulteriori eventi di lesioni e morte per qualcuno dei partecipanti".

 

IL NOME DI PIOVELLA - Il 29 dicembre Piovella si era recato in questura dopo che era stato indicato da Luca Da Ros, uno dei primi tre arrestati, come l'ispiratore dell'agguato ai tifosi napoletani. "C'erano tre gruppi: gli Irriducibili, i Viking e i Boys. Il nostro capo, quello che ha in mano la curva, si chiama 'il Rosso. È lui che sposta la gente, è lui che decide", aveva detto Da Ros. E ancora: "Il 'Rosso' ha detto andiamo e io sono andato. Siamo partiti tutti in macchina, eravamo circa 120 persone". "Il 'Rosso' è il capogruppo, fa parte del direttivo della curva. Ha già subito processi di questo tipo. Ora non può entrare nello stadio per il Daspo", ha dichiarato poi Da Ros, secondo l'ordinanza di custodia cautelare. L'ultrà nerazzurro ha quindi spiegato la dinamica della guerriglia. "Abbiamo lasciato le macchine e ci siamo fermati tutti contro un muro. All'inizio non avevo armi, poi hanno dato a tutti un bastone. Io ero in mezzo non sapevo cosa dovevo fare. Iniziano a passare i furgoni, quindi usciamo dall'angolo. Molti furgoni dei napoletani si sono fermati, altri no". Da Ros ricorda infine gli attimi antecedenti all'incidente costato la vita a 'Dedè Belardinelli, investito e ucciso da un'auto: "C'è stata una macchina grossa di colore scuro che non è riuscita a schivare le persone. La macchina veniva da dietro i napoletani. Non ho visto l'investimento. Non ho capito di chi era la macchina, ho visto solo il Suv passare prima dell'incidente. Poteva essere chiunque, anche un passante". Piovella aveva ammesso di essere presente nella notte della guerriglia, ma smentendo di esserne uno degli organizzatori.

Nato a Pavia nel 1984, Piovella, soprannominato 'il rosso' è uno dei leader della 'Curva Nord', specificatamente dei 'Boys S.A.N.', e responsabile delle coreografie da diversi anni. Ma se nei fine settimana si dedica a fare il tifoso, durante la settimana è un rispettabile imprenditore nel settore dell'illuminazione, con un'azienda che ha realizzato anche un progetto per il Tribunale di Milano. Il 34enne è fondatore della LightingAnd, in cui opera con un team di cinque tra architetti e designer, di cui una cinese. Sul sito si presenta come un'azienda con la missione di 'elevare il grado della cultura della luce nella gente, illuminando spazi nel mondo, senza dimenticare la nostra ambizione di diventare un punto di riferimento del design milanese'. Tra i lavori conclusi dall'azienda figurano il progetto di illuminazione interna per alcune chiese, tra cui San Marco a Brera, Piazza Santa Teresa a Brindisi, la sede della Cotonella, diverse case private, negozi, showroom e locali tra cui quelli della catena Foodie's. Spicca pero' in particolare l'illuminazione della piu' prestigiosa aula del Tribunale di Milano, quella della Corte d'Assise d'Appello, in cui e' situato un famoso mosaico di Mario Sironi, raffigurante 'La Giustizia armata con la Legge'. Quasi una nemesi per l'ultra' interista, che ora dovra' fare i conti con le pesanti accuse rivoltegli dagli inquirenti. 

 

Daniele Belardinelli (Newpress)"DANIELE BELARDINELLI INVESTITO LENTAMENTE" - Le indagini proseguono anche sul fronte della morte di Belardinelli, travolto da una vettura, forse un Suv o una monovolume (dovrebbe trattarsi di un’Audi modello A3 di colore scuro, ndr), che, sorpassando a sinistra alcuni furgoncini della colonna napoletana, avrebbe nvestito il giovane più o meno al centro della platea stradale di via Novara. Il conducente del veicolo non è stato ancora individuato dagli investigatori della Digos. Ieri Vincenzo Belardinelli, padre della vittima, ha lanciato un appello al pirata della strada: "Chi era alla guida si costituisca, lo faccia per noi e per l’uomo che ha ucciso, mio figlio: non aspetti che la polizia lo trovi, perché tanto lo troveranno, sono sicuro". Dalle dichiarazioni di Piovella emerge una novità: Daniele Belardinelli sarebbe stato, più che travolto, schiacciato lentamente "da un'auto scura" che gli è passata sopra, "a bassissima velocità", con "le due ruote della parte destra del mezzo". "Ricordo di aver visto, sulla via Novara all'altezza di via Fratelli Zoia o qualche metro più avanti rispetto al senso di marcia, Daniele Belardinelli steso a terra, non so se perché scivolato o caduto accidentalmente - ha messo a verbale Piovella -. Negli stessi istanti ho visto un'autovettura, a bassissima velocità o addirittura quasi ferma, passare sopra il corpo di Daniele, con le ruote anteriore e posteriore destra. Ho avuto anche la sensazione che le ruote slittassero nella circostanza. Non ricordo poi se l'autovettura si allontana immediatamente, lentamente o velocemente. In merito all'autovettura ricordo che era una macchina scura, di dimensioni che mi sono parse normali, ma su questi dettagli non ho certezze perché la mia attenzione era su Daniele". 

 

UN NUOVO INDAGATO - C'è un anche nuovo indagato per gli scontri del 26 dicembre. Secondo quanto riporta l'Ansa, si tratta di uno storico esponente del tifo interista, Nino Ciccarelli. Il 49enne è stato convocato ieri dalla Digos ed è uscito in tarda serata dalla Questura del capoluogo lombardo. Ciccarelli, fondatore della tifoseria dei 'Viking' nel 1984, ha alle spalle una serie di guai giudiziari già 12 anni di carcere e 5 anni di 'Daspo' , misura ancora in corso. Venne coinvolto anche negli scontri ad Ascoli nei quali morì il tifoso Nazareno Filippini, omicidio per il quale venne prima arrestato ma poi prosciolto. Ora,  sarebbe indagato anche lui per l'assalto di santo stfeano contro i tofosi napoletani e rischia l’arresto.

CONVALIDATI ARRESTI ULTRA' - Intanto, domenica, il giudice per le indagini preliminari Guido Salvini ha convalidato gli arresti di Francesco Baj, Luca Da Ros e Simone Tira e disposto per tutti e tre la misura della custodia cautelare in carcere. In cella è rimasto, quindi, anche il 21enne dei Boys che, con le sue dichiarazioni, ha contribuito a delineare con più precisione i dettagli dell’aggressione.

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