REDAZIONE MILANO

Scontri tra polizia e manifestanti anti-Meloni vicino alla Prefettura di Milano: “No al golpe burocratico”

Tafferugli in via Donizetti tra gli agenti a un gruppo di attivisti che si è staccato da corteo contro la guerra tra Israele e Palestina. Nessun ferito segnalato

Scontri tra polizia e manifestanti anti-Meloni vicino alla Prefettura di Milano: “No al golpe burocratico”

Milano – Scontri e manganellate tra la polizia e un gruppo di manifestanti che volevano affiggere uno striscione contro il decreto sicurezza davanti alla Prefettura di Milano. I tafferugli sono avvenuti sabato pomeriggio, quando una frangia di partecipanti al corteo autorizzato contro la guerra tra Israele e Palestina si è staccato dalla folla principale in piazza San Babila e si è diretto verso corso Monforte. Nel gruppo c’era tutto lo schieramento antagonista contro il decreto sicurezza.

Ma in via Donizetti gli attivisti si sono trovati davanti una trentina di agenti di polizia in tenuta antisommossa schierati a difesa della Prefettura. A quel punto i manifestanti hanno tenuto davanti a sé lo striscione che recitava “No al golpe burocratico, contro il governo Meloni” e dopo alcuni minuti di tensione, tra insulti e spinte, hanno tentato di forzare lo sbarramento. La polizia ha dunque reagito con una breve carica di contenimento contro alcune persone nelle prime file.

La carica di contenimento delle forze di polizia schierate a difesa della Prefettura di Milano (Local Team)
La carica di contenimento delle forze di polizia schierate a difesa della Prefettura di Milano (Local Team)

Dopo lo scontro, il corteo spontaneo, composto delle due diverse anime delle manifestazioni in corso in piazza San Babila (pro-Palestina e contro il decreto sicurezza) ha proseguito il suo percorso per le vie del centro dirigendosi verso via Mascagni e poi di nuovo via Borgogna per tornare infine in piazza San Babila. Una volto tornato nel punto da dove il corteo si era staccato dal percorso originario, la protesta si è conclusa. Nessun ferito è stato segnalato né tra i manifestanti, né tra le forze di polizia. 

Il decreto sicurezza

​Il decreto sicurezza del governo Meloni è un disegno di legge composto da 38 articoli che introduce nuove misure per rafforzare la sicurezza pubblica. Tra le principali disposizioni, si prevede l’introduzione di nuovi reati, come l’occupazione arbitraria di immobili destinati ad abitazione altrui, con pene fino a sette anni di reclusione. Inoltre, vengono inasprite le pene per reati legati a manifestazioni pubbliche, trasformando in reato penale il blocco stradale o ferroviario attuato mediante ostruzione col proprio corpo, con pene che vanno da sei mesi a due anni di reclusione se commesso da più persone riunite. Il decreto prevede anche misure specifiche per le forze dell'ordine, come la possibilità di portare un’arma diversa da quella d’ordinanza quando non in servizio, senza necessità di licenza o controlli.

Approfondisci:

Il blitz del governo sulla sicurezza. Passa il decreto, tensioni in piazza

Il blitz del governo sulla sicurezza. Passa il decreto, tensioni in piazza

Il decreto ha suscitato numerose critiche e proteste. Le opposizioni parlamentari e diverse organizzazioni ritengono che alcune misure possano limitare eccessivamente i diritti civili e le libertà individuali. Ad esempio, l’introduzione di pene più severe per chi manifesta è vista come una potenziale limitazione del diritto di espressione e di dissenso. Inoltre, la possibilità per le forze dell'ordine di portare armi personali anche quando non in servizio è stata criticata come un passo verso una militarizzazione eccessiva della società.