FRANCESCA GRILLO
Cronaca

Schiavi nella ricca Italia. Una mostra interattiva per capire lo sfruttamento

Workers, una "via crucis" in dieci stazioni sulla tratta di chi non ha diritti. Uomini e donne abusati, drogati e costretti a lavorare fino allo sfinimento.

Schiavi nella ricca Italia. Una mostra interattiva per capire lo sfruttamento

La mostra, un’esposizione interattiva, non lascia indifferenti. Alla fine del percorso, dopo aver interagito con dieci “stazioni” diverse, il visitatore è spiazzato, ma più consapevole. Tutto è molto chiaro: il tema della tratta e dello sfruttamento dei lavoratori, di cui spesso si sa troppo poco, dopo la mostra diventa cristallino. Forse è proprio l’interazione, l’essere protagonisti dell’esposizione, che rende ancora più partecipi e ricettivi nella comprensione di quei temi così forti. E così, si passa dalla fatica immensa che si prova ad affrontare un semplice esercizio, per provare sulla propria pelle cosa significa spaccarsi la schiena per ore, come i braccianti, a leggere le storie degli sfruttati. Delle donne caricate sui pulmini all’alba per andare nei campi, pagate pochi euro. Uomini che aspettano di essere chiamati dallo sfruttatore, perché non hanno alternativa e forse neanche la conoscono l’alternativa a quella vita. Lavoratori a cui cedono le gambe a fine giornata, a cui sanguinano le mani, a volte costretti ad assumere droghe per resistere, fornite dagli stessi sfruttatori. Il doping degli ultimi, dei deboli.

L’evento “Workers, storie di ordinario sfruttamento“ è in Cascina Robbiolo, fino a domani. Un nuovo progetto, sostenuto dal Comune di Buccinasco, ideato e realizzato grazie alla sinergia tra Lule onlus e Compagnia FavolaFolle, all’interno dell’iniziativa “Mettiamo le Ali – dall’emersione all’integrazione“ nell’ambito territoriale di “Derive Approdi“, progetto a contrasto della tratta di esseri umani e del grave sfruttamento, finanziato dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. "L’installazione – spiegano gli organizzatori – è composta da dieci “macchine“ che devono essere attivate dal pubblico per entrare in azione. Il risultato finale è un’opera d’arte relazionale che mette in luce la grave asimmetria tra lavoratore e datore di lavoro espressa attraverso abusi anche fisici, costrizioni e forme di controllo che trasformano l’attività umana del lavoro in forme insostenibili fisicamente e psicologicamente. Una schiavitù contemporanea". "Workers rappresenta un mezzo di straordinaria importanza – aggiunge Mariapia Pierandrei, presidente di cooperativa Lule Onlus – per l’emersione e la comprensione di una problematica cruciale. Lo sfruttamento lavorativo è una sfida che affligge comunità e società in tutto il mondo". "Un’esperienza forte e coinvolgente – conclude Martina Villa, assessora alla Cultura –, con dieci storie che ci portano dentro i racconti delle vittime, le loro difficoltà, i loro percorsi. Inevitabile pensare anche ai concetti di accoglienza, legalità".