
Nappo* Scoppia – a livello istituzionale e sui media - la polemica sul caso della scena muta all’esame di Maturità, ma...
Nappo* Scoppia – a livello istituzionale e sui media - la polemica sul caso della scena muta all’esame di Maturità, ma la vicenda presenta più di una contraddizione. Non ha senso logico darne un così ampio risalto: si parla, per ora, di 5-6 studenti su un totale di 500mila “maturandi”, cioè per approssimazione uno su centomila o, se si preferisce, lo 0,001%. Questa è la dimensione reale della questione. ll ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, asserisce che si tratta di studenti irrispettosi nei confronti dei docenti e delle Commissioni ma a nessuno viene in mente, però, che gli esaminandi si sono comportati in modo assolutamente legittimo. Di fatto osserviamo che esiste una legge che consente “scappatoie” e quindi permette a qualche studente di mancare, in teoria, di rispetto agli insegnanti. Va detto, giusto per cronaca, che gli studenti contestatori in questione hanno rischiato di loro prendendo un voto più basso di quanto avrebbero potuto conseguire, quindi non una protesta a costo zero. Non è ipocrisia questa? L’importanza del voto o punteggio che dir si voglia conta oppure no? Se ha poco rilevanza il voto finale è perfettamente inutile accanirsi a comporre con meticolosità, meritevole di miglior causa, la modalità di calcolo del punteggio conclusivo. Forse, al contrario di quanto sostiene Valditara, gli studenti non hanno paura di essere valutati e giudicati, forse il meccanismo dell’esame di Stato e principalmente il complessivo meccanismo valutativo non è un esempio di perfezione. Che l’esame di Stato vada rivisto è un dato di fatto. Forse una protesta articolata contro il sistema sarebbe stata impossibile da mettere in pratica. Ma da giovani, che riflettono e rappresentano il nuovo, ci si aspettano altre capacità e strategie da mettere in campo. *Direttore Scuola Freud