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Milano, 8 settembre 2025 – Il giudice di Milano Roberto Crepaldi ha convalidato l'arresto per Giusto Chiacchio, ma ha disposto la scarcerazione per il poliziotto di 26 anni - detenuto a Bollate - accusato di omicidio stradale per aver investito e ucciso Matteo Barone, 25 anni, che stava attraversando sulle strisce in via Porpora a Milano, lo scorso sabato 6 settembre.
L'agente, libero dal servizio, era risultato positivo all'alcoltest sebbene già sottoposto da tempo, in via amministrativa, a sorveglianza sanitaria per una precedente "intossicazione etilica". Per il giovane in divisa, per il quale la procura aveva chiesto la convalida dell'arresto e la custodia in carcere per il pericolo di reiterazione (escluso dal giudice) la patente resta sospesa.
A Chiacchio è stato anche sequestrato il telefono nelle indagini della Polizia locale – che ha eseguito l’arresto – per verificare se, quando ha investito il 25enne, stesse o meno usando il cellulare. Un testimone aveva riferito che l'auto stava presumibilmente viaggiando oltre il limite di 50 km/h.
"Se si considera che l'indagato - al netto della sua appartenenza alle forze dell'ordine - è soggetto incensurato, ha tenuto un contegno ampiamente collaborativo in sede di udienza di convalida e che in conseguenza del sinistro si provvederà indefettibilmente alla sospensione della patente di guida, appare evidenza l'insussistenza di qualsiasi pericolo di reiterazione di condotte analoghe" scrive il giudice per le indagini preliminari Crepaldi. Nel provvedimento il gip parla di inoltre di “scarna documentazione trasmessa dal Pubblico Ministero a sostegno della sua richiesta”, priva “dei verbali di accertamento urgente”, degli “esiti degli accertamenti etilometrici” e delle testimonianze. Uno dei due testi “oculari”, come ricostruito dal verbale d'arresto della Polizia locale, ha detto che l'auto “proveniva a forte velocità”.
Il poliziotto nell'interrogatorio ha raccontato della nottata passata con amici e poi con una ragazza e del ritorno verso casa. «Non stavo usando il telefono durante l'accaduto», ha messo a verbale. E ancora: “Dopo gli accertamenti e le cure in pronto soccorso, nessuno mi ha detto nulla e credevo di non dover fare più nulla, nessuno mi ha detto di ulteriori accertamenti con l'alcool test”. Per quanto riguarda la velocità, il gip spiega che al momento “non possono essere svolte considerazioni di sorta sulla veridicità di quanto affermato” dal 26enne e “qualsiasi considerazione in merito alla distanza cui il corpo della vittima è stata proiettata sarebbe prematura, stante la necessità di accertamenti tecnici capaci, sul piano scientifico, di stimare la velocità”. Serviranno consulenze o perizie cinematiche.
È certo, comunque, che "viaggiasse in stato di ubriachezza, essendo stato rilevato qualche ora dopo il sinistro un tasso alcolemico superiore alla soglia di 0.5, per quanto di poco (0,6 g/l)”. E la circostanza che “la vittima avrebbe corso per attraversare le strisce” è “apparentemente smentita dal teste”. Ci sono, dunque, “gravi indizi di colpevolezza”, ma non l'esigenza della custodia cautelare.
Il pm aveva evidenziato che l'agente “alcuni mesi fa” era stato sottoposto a sorveglianza sanitaria, proprio per stato di “ebrezza alcolica”, ma il gip ripercorre quell'evento “fortuito” che aveva “determinato il ritiro cautelare dell'arma di servizio”. Poi, dopo “un monitoraggio clinico” Chiacchio è stato “pienamente reintegrato”. Non è “soggetto aduso ad abusare di sostanze alcoliche” e ha avuto “un contegno ampiamente collaborativo”.