Milano, 30 novembre 2024 - È stato un coup de théâtre il concerto pucciniano in programma alla Scala, ieri sera, a 100 anni esatti dalla morte del compositore.
A causa dello sciopero è infatti stata cancellata, con tanto di rimborso del biglietto l'esibizione con coro e orchestra diretti da Riccardo Chailly e i cantanti Mariangela Sicilia, Anna Netrebko e Jonas Kaufmann.
Nonostante questo, alla Scala è andato in scena uno spettacolo che resterà negli annali del teatro e che gli spettatori hanno salutato con applausi e standing ovation finale. I tre solisti, con l'aggiunta del tenore Luciano Ganci, si sono infatti esibiti con l'accompagnamento al pianoforte di James Vaughn.
A differenza di altri teatri, la Scala non aveva avvisato di possibili disguidi a causa dello sciopero nemmeno dopo che stamattina, proprio a causa dell'astensione dal lavoro, è stata cancellata la prova. È stato il sovrintendente Dominique Meyer a salire sul palco e annunciare al pubblico già seduto che il concerto è stato cancellato per lo sciopero: "Non potevamo chiedere chi sarebbe venuto e dieci minuti fa abbiano capito che non potevamo fare il concerto stasera" ha detto, aggiungendo "una buona notizia", ovvero il concerto con i cantanti e piano offerto al pubblico con un programma rigorosamente Pucciniano.
Agli spettatori è stato offerto un bicchiere di Bellavista nei bar del teatro mentre i tecnici hanno sgomberato dal palco i leggii e le sedie dell'orchestra e portato dentro il pianoforte.
"Avevamo avvisato la direzione da tempo che lo sciopero sarebbe riuscito" ha commentato Giuseppe Puglisi della Cgil. "L'esibizione al piano? Il concerto è stato annullato e rimborsato. Poi fanno quel che vogliono, non siamo contrari. Lo ha già fatto Muti". Nel '95 infatti Riccardo Muti suonò al piano Traviata sostituendosi all'orchestra in sciopero.
Dopo un primo momento di spaesamento del pubblico, soprattutto straniero, e un grido “vergogna”, gli spettatori hanno apprezzato una serata unica. A rompere il ghiaccio è stata Sicilia con Addio mio dolce amor dall'opera Elgar. Di brano in brano ha conquistato il pubblico. Da Bohème ha cantato Mi chiamano Mimì e poi O soave fanciulla con Kaufmann, attesissimo nel suo unico appuntamento milanese avendo dato forfait alla prima del 7 dicembre. Lui e Netrebko hanno regalato emozioni con l'ultimo atto di Manon Lescaut e poi ha eseguito un delicato E lucean le stelle.
Tre i bis: Netrebko ha mostrato le sue doti, anche atletiche, con 'Quando meno vo' da Bohème, Sicilia ha eseguito il dolcissimo “Sogno d'oro”e Kaufmann ha chiuso con 'Nessun dorma'. Applausi per tutti, pianista compreso, e standing ovation finale.