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Daniela Santanchè accusata di falso in bilancio, la difesa: “Non abbiamo truccato le carte”

Già indagata per truffa ai danni dello Stato, la ministra del Turismo chiede di essere prosciolta dal secondo filone dell’inchiesta sul caso Visibilia. Per l’accusa avrebbe truccato i bilanci per nascondere il dissesto dell’azienda

Daniela Santanchè, ministro del Turismo e senatrice di Fratelli d'Italia

Daniela Santanchè, ministro del Turismo e senatrice di Fratelli d'Italia

Per l’accusa “tutti sapevano e tutti hanno taciuto”. Per la difesa “non è stato nascosto alcunché”. Al centro del processo c’è la presunta falsificazione dei bilanci dell’azienda Visibilia che vede imputata la ministra del Turismo Daniela Santanchè e altre 16 persone, tra cui l’attuale compagno Dimitri Kunz, l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro e la sorella Fiorella Garnero. E mentre i pubblici ministeri di Milano Marina Gravina e Luigi Luzi insistono sulla necessità di andare a processo, l’avvocato della ministra Nicolà Pelanda chiede il proscioglimento.​​​​​​

Il dissesto mascherato

Secondo l’accusa, Visibilia – società quotata in Borsa – avrebbe pubblicato bilanci inattendibili allo scopo di far emergere solo con molto ritardo il dissesto patrimoniale dell’azienda, che in realtà sarebbe stato molto precedente al Covid-19. Peraltro, quando si diffuse la notizia che Santanchè era sotto indagine per falso in bilancio, la ministra negò pubblicamente il fatto suscitando un grande clamore mediatico e politico, anche dentro il Parlamento. Per gli inquirenti, sarebbero stati falsificati i bilanci di esercizio dal 2016 al 2022 per Visibilia Editore, dal 2016 al 2020 per Visibilia Srl e dal 2021 al 2022 per Visibilia Editrice.

Nessun maquillage

Diversa la versione della difesa, per cui non c’è mai stata “alcuna operazione di maquillage sui bilanci”, non è mai stato “nascosto alcunché”, i soci erano sempre “informati delle perdite”, c’era una “offerta informativa trasparente”. L’avvocato Pelanda, nel suo intervento davanti alla giudice dell’udienza preliminare Anna Magelli, ha chiarito che da parte dei vertici di Visibilia, gruppo editoriale fondato dalla ministra e senatrice di Fratelli d’Italia, dal quale ha dismesso cariche e quote nel 2022, c’è sempre stata la “massima attenzione” nelle informazioni rese ai soci.

Tutti i verbali di assemblea, ha fatto notare la difesa, “parlavano delle perdite” e ogni anno c’erano costanti aumenti di capitale. E tutto ciò in una situazione “non facile” anche per altri gruppi editoriali, come ha dimostrato la difesa con documenti alla mano. Tra l’altro, già dopo la querela di una socia era stato archiviato nel 2017 un fascicolo su Visibilia e la polizia giudiziaria e la Procura avevano dovuto valutare anche la voce “avviamento” dei bilanci, escludendo che la società dovesse essere messa in liquidazione.

L’accusa per truffa aggravata

In un altro filone d’indagine, la ministra del Turismo è accusata, insieme ad altre quattro persone, tra cui Kunz, anche di truffa aggravata ai danni dell’Inps. Secondo l’accusa, Visibilia avrebbe ottenuto indebitamente 126.468 euro dall’Istituto nazionale di previdenza sociale durante il periodo pandemico che va dal 2020 al 2022. Secondo i pubblici ministeri, due società del gruppo fondato da Santanchè – Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria – avrebbero chiesto e ottenuto la cassa integrazione in deroga per 13 dipendenti mentre in realtà questi ultimi avrebbe continuato a lavorare durante il Covid-19.

Al momento, questo processo è però “congelato” perché la giudice milanese di primo grado Tiziana Gueli ha sottoposto la questione di competenza territoriale alla Corte di Cassazione: il punto è capire se il procedimento dovrà attuarsi a Milano, come vorrebbe l’accusa, oppure a Roma, come ha chiesto la difesa. In ogni caso, per la ministra di Fratelli d’Italia, fedelissima della presidente Giorgia Meloni, si prevede un periodo turbolento.