REDAZIONE MILANO

Sandra Tasca "Mi sono presa i miei spazi"

Il ruolo di "ancella" ovviamente non le si addice. E se l’aveva qualche volta ricoperto, era solo nel suo amato Veneto, a Marostica, in occasione della storica Piazza degli Scacchi. Insomma, una donna tosta. Del resto, papà Adriano le ha insegnato che i diritti, come i sogni, te li devi prendere: "Fai sempre e solo quello che desideri", le raccomandava. E lei, Sandra Tasca, l’ha preso in parola. Venendosi a mettere alla prova proprio a Milano: a organizzare eventi in una città che – almeno in epoca pre-Covid – non sapeva fare altro; a inventare la comunicazione e il marketing nel mondo del food proprio dove sono notoriamente nati; e, fra pochi giorni, ad avviare un locale nuovo di pacca in via Thaon di Ravel dopo aver chiuso quello che già aveva in via Sirtori, per intercettare i gourmet dell’Isola, quartiere che rispetto a Porta Venezia è meglio frequentato da professionisti e appassionati di novità.

E di cose particolari. Che peraltro abbondano nel suo curioso "Tàscaro" dedicato alla cucina veneziana di nonna Edera, raro esempio di un "bacaro" all’ombra della Madonnina dove assaggiare i tipici cichéti della laguna, la trippa in umido, il baccalà mantecato e le sarde in saor; ordinare uno "scartosso" con calamari e seppie; e degustare n’ombra de vin o uno spritz come si deve. Impresa eroica? Non per lei, tenace per corredo genetico e imprinting, pronta a reagire quando viene trascinata nell’eterno discorso delle donne svantaggiate nel mondo del lavoro. "C’è sicuramente un gap culturale da affrontare. Ma a decidere sono sempre le persone – spiega –. Il vittimismo? Sta diventando un luogo comune, una sorta di alibi. Sono rare a guidare cucine e locali? Significa che in poche si sono prese i loro spazi". Traduzione: orari folli, stress, fatica, diffidenza altrui? Innegabili. "Comunque è una questione di scelta – aggiunge –. Ovvio, non sono felice di tornare a casa a notte inoltrata, ma lo faccio: se serve, mi organizzo con qualche collega".

Sandra insiste: "Ho fatto delle scelte e, se è necessario, accetto anche qualche compromesso". E tradisce un legittimo compiacimento quando ricorda l’ennesima occasione che ha avuto per mettersi in gioco: la recente partecipazione al format "I 4 Ristoranti" su Sky Uno. Con tanto di risultato wow: la vittoria del suo "Tàscaro" rispetto ai competitor milanesi in gara, con i complimenti dello chef televisivo Alessandro Borghese. E l’8 marzo? La versione celebrativa e festaiola sembra non appassionarla più di tanto: "Francamente sono più interessata al significato che questa data evoca: quello dei diritti che come donna devo e posso prendermi, perché nella vita nulla ti viene regalato". Appunto.P.G.