MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

San Siro, per il nuovo stadio Inter e Milan dovranno versare 60 milioni al quartiere

Documento inviato ai consiglieri. Il segretario del Partito democratico: “Sì al nuovo impianto”. Ma i club si lasciano aperta una via d’uscita: “L’interesse non è vincolante”. L’allarme di Forza Italia: “Milan e Inter mettono già le mani avanti, Sala stia attento...”

Il progetto del nuovo stadio a San Siro

L’area di San Siro in vendita in un’immagine nella relazione dell’Agenzia delle Entrate

MILANO – Il titolo, in burocratese, è “Relazione di stima all’attualità del valore venale da corrispondere al Comune di Milano per l’alienazione dell’intero ambito Gfu San Siro comprensivo dello stadio Meazza nello stato di fatto”. Il documento di 136 pagine redatto dall’Agenzia delle Entrate per determinare il valore della Scala del calcio e dell’area limitrofa dove Milan e Inter vogliono costruire il nuovo stadio ieri è stato inviato a tutti i consiglieri comunali.

I principali numeri della relazione sono stati illustrati lunedì pomeriggio in Consiglio comunale dal sindaco Giuseppe Sala e dall’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi. Le cifre riassuntive, al centesimo, sono tre: 196.988.465 euro come valore complessivo dell’ambito Grande Funzione Urbana San Siro con lo stadio Meazza nello stato di fatto. Un valore così scorporato: 124.005.204 euro come valore complessivo dell’area Ambito Gfu San Siro e 72.983.260 euro come valore dello stadio nello stato di fatto (nel 2019, quando i club presentarono un progetto analogo a quello attuale, il valore patrimoniale era stato stimato in 103.063.000 euro e quello relativo al diritto di superficie per 90 anni in 96.342.000 euro).

La relazione dell’Agenzia delle Entrate contiene anche il calcolo esatto degli oneri di urbanizzazione che Milan e Inter dovranno versare al Comune se l’operazione San Siro andrà in porto, fondi che Sala ha già consigliato al Consiglio comunale di destinare alla riqualificazione del quartiere San Siro. Gli oneri di urbanizzazione valgono 59.549.030 euro. Una cifra così composta: 20.942.373 euro come oneri di urbanizzazione primaria; 16.517.928 euro come oneri di urbanizzazione secondaria; 22.088.729m come contributo concessorio sul costo di costruzione/trasformazione.

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Numeri, questi ultimi, che saranno al centro del dibattito politico nei prossimi mesi. Come deciderà di investire il Comune i 197 milioni di euro e i quasi 60 milioni di euro di oneri di urbanizzazione? Ne destinerà almeno una parte alla riqualificazione, necessaria e urgente, delle case popolari del quartiere San Siro? Per adesso l’ordine del giorno approvato lunedì con i voti della maggioranza di centrosinistra, ma non tutti (sono mancati all’appello i “sì“ di cinque consiglieri anti-operazione San Siro) chiede al sindaco e alla Giunta comunale di destinare le risorse derivanti dall’eventuale vendita dello stadio Meazza e della Gfu San Siro “ad interventi di riqualificazione del quartiere San Siro; al contrasto dell’emergenza abitativa; alla riqualificazione degli impianti sportivi presenti sul territorio”.

Indicazioni generiche, per ora. Ma la linea è tracciata e il Pd milanese intende sostenere il progetto proposto da Milan e Inter e avallato dalla Giunta Sala. Ieri è sceso il campo il segretario metropolitano dei democratici, Alessandro Capelli, con una storia su Instagram in cui viene espressa la posizione del partito sul nodo San Siro, articolata in una serie di obiettivi politici: salvare il Parco Sud dai due nuovi stadi ipotizzati da Milan e Inter a San Donato Milanese e Rozzano e investire le risorse dell’operazione San Siro “per un nuovo grande progetto di riqualificazione del quartiere popolare di San Siro”, “per restituire alla città tutte le case popolari comunali sfitte” e per “l’attuazione del Piano Casa” per Milano. Il post di Capelli premette che “nei giorni scorsi, anche grazie all’incessante lavoro della nostra capogruppo Beatrice Uguccioni, il Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno del Pd sul futuro dell’area dello stadio di San Siro”. Prosegue ricordando i due progetti alternativi dei club: “In tutti questi mesi ci siamo battuti per salvare il Parco Sud dall’edificazione di due nuove stadi a Rozzano e San Donato: sarebbe stata la conseguenza inevitabile di scelte diverse. Il Parco Sud è una grande risorsa da tutelare per tutta la città metropolitana”.

Il segretario del Pd, subito dopo, sottolinea che “il centrosinistra deve guidare i processi di trasformazione della città mettendo al centro l’interesse pubblico con i fatti, non con i post” e parla di “grande rivoluzione politica” legata agli eventuali investimenti sulle case. Un messaggio rivolto soprattutto ai contrari, nel Pd (il consigliere dem Alessandro Giungi lunedì ha votato contro l’odg di maggioranza), e nel centrosinistra (i tre consiglieri dei Verdi e l’ambientalista Enrico Fedrighini sono contrari al nuovo stadio a San Siro).

Non è finita. Tra i documenti inviati ieri ai consiglieri comunali c’è anche la lettera dello scorso 4 novembre con cui Milan e Inter hanno manifestato l’interesse per l’acquisto dell’area di San Siro e la realizzazione del nuovo stadio dove ora c’è il limitrofo Parco dei Capitani. Nella missiva, i club si impegnano ad aggiornare il documento di fattibilità e il quadro economico del progetto già presentato nel 2019, oltre all’offerta economica, un passaggio che Sala, lunedì in Consiglio comunale, ha spiegato che dovrà verificarsi entro marzo. Nell’ultimo paragrafo della lettera, però, le due società calcistiche si lasciano una via d’uscita all’operazione San Siro: “Resta fermo che nessuna responsabilità potrà essere imputata alle scriventi in caso di mancata presentazione dell’aggiornamento del documento di fattibilità o della proposta economica, ovvero qualora non si dovesse raggiungere un’intesa sul progetto e/o sulle relative condizioni economiche ed avendo pertanto la presente manifestazione di interesse natura non vincolante”.

Parole che il consigliere comunale di FI Alessandro De Chirico interpreta con preoccupazione: “Leggo una timida manifestazione d’interesse da parte delle squadre per lo stadio, ma soprattutto leggo poco convinzione nel voler percorrere l’acquisto dell’impianto e dell’area per cui mettono le mani avanti. Fossi nel sindaco continuerei a coinvolgere altri ipotetici interessati all’acquisto per la rifunzionalizzazione del Meazza e di sviluppo delle aree, all’esempio un organizzatore di concerti che possa trasformare San Siro in un’arena per spettacoli da utilizzare 365 giorni all’anno. Così facendo si potrebbe assistere a un’asta al rialzo per accaparrarsi tutto il pacchetto che rende molto più interessante l’investimento”.