San Siro è la sua “croce”. Il sindaco Giuseppe Sala lo sottolinea all’inizio del suo intervento in Consiglio comunale sul futuro dello stadio Meazza e dell’area limitrofa. E si toglie subito qualche sassolino dalle scarpe. Il primo quando dice che sul caso San Siro c’è stata e c’è “una discreta dose di opportunismo politico da parte di alcuni”: di sinistra e di destra, il primo cittadino non sembra fare distinzioni. Il secondo sassolino, invece, arriva in contropiede, mentre parla del progetto di Milan e Inter di acquistare l’area di San Siro – 197 milioni di euro il valore indicato dall’Agenzia delle entrate – per costruire un nuovo stadio di fianco alla Scala del calcio, che andrebbe in parte “demolita” e rifunzionalizzata.
Sala ricorda che il compito del Comune, a questo punto, è “garantire che l’operazione che si sta prefigurando sia improntata al perseguimento dell’interesse pubblico”.
Dal pubblico, formato in buona parte da cittadini contrari al nuovo impianto rossonerazzurro a San Siro, parte la prima contestazione al sindaco, che, prima di continuare, ribatte: “Sono solo una piccola parte dei milanesi e sono di parte”.
Muro contro muro. Gli aderenti al Comitato SìMeazza continuano ad ascoltare il primo cittadino e quando finisce il suo intervento parte la vera contestazione: fischi con fischietti da arbitri, urla di “vergogna” e cartellini rossi rivolti verso il numero uno di Palazzo Marino. La presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi, è costretta a far allontanare i cittadini più rumorosi dalla tribuna riservata al pubblico.
Proteste a parte, la linea espressa da Sala in aula è favorevole al progetto dei club, che il Comune intende portare avanti: “Al punto in cui siamo penso che i milanesi non siano interessati ad assistere a scontri fra fazioni ideologiche, ma che vogliano piuttosto dalla politica milanese una soluzione pragmatica che garantisca che il Milan e l’Inter restino a giocare nell’area di San Siro”. Il sindaco fissa anche i tempi dell’operazione: “Conclusione del procedimento di vendita entro l’estate del 2025. Ciò significa che entro il primo trimestre 2025 deve arrivare l’offerta di acquisto da parte delle squadre corredata da un piano di fattibilità aggiornato e dalla relazione tecnica”. Sala suggerisce al Consiglio comunale che i fondi ottenuti dalla vendita di Meazza e area limitrofa “siano rivolti allo sviluppo del quartiere San Siro, anche come parziale compensazione dei disagi che può comportare una trasformazione del genere, e alle fasce di popolazione più in difficoltà, in nome di quello spirito ambrosiano che deve saper coniugare impresa e solidarietà sociale”.
L’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, subito dopo l’intervento del sindaco, precisa come si è arrivati alla valutazione di 197 milioni di euro. Il valore di mercato del Meazza sarebbe di 231,4 milioni di euro, da deprezzare di 158,4 milioni. Valore finale: 73 milioni. A cui vanno aggiunti 124 milioni per la Gfu San Siro: dai 508 milioni iniziali vanno sottratti costi diretti e indiretti (oltre 200 milioni di costi tecnici, 6 per le sistemazioni esterne e 60 di oneri di urbanizzazione).