MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Stalking e minacce alla ex: "Tu pagherai, ti ammazzo". Divieto di avvicinamento

La misura per il 30enne prevede anche l’uso del braccialetto elettronico. La vittima si è ritrovata le gomme dell’auto forate dopo la fine della relazione .

Cartello a una manifestazione contro la violenza sulle donne

Cartello a una manifestazione contro la violenza sulle donne

di Nicola Palma e Marianna Vazzana MILANO "Guai se vengo in ufficio e non ci sei", "Tu pagherai per questo, stai attenta", è una delle tante minacce scritte sulla chat, seguite da insulti. Ancora: "Io ti ammazzo", "voglio la lista delle chiamate entro stasera, perché se scopro che hai chiamato un numero sei finita". Sono solo alcuni dei messaggi che S.G., trentenne, inviava alla compagna, la quale ha troncato la relazione con l’uomo lo scorso gennaio. Ma per la donna l’incubo è proseguito sotto forma di telefonate anonime, avvistamenti indesiderati, squarci alle gomme dell’auto (sua e della madre) dopo la fine del rapporto. Esasperata, lo ha denunciato lo scorso 21 luglio al Comando di polizia locale Nucleo Tutela donne e minori dopo essersi rivolta a un centro anti violenza. E nei giorni scorsi, dopo le indagini, gli agenti guidati dal comandante Gianluca Mirabelli hanno eseguito nei confronti del trentenne un’ordinanza del gip del Tribunale di Milano Luigi Iannelli che stabilisce il divieto di avvicinamento alla ex per stalking e minacce, con utilizzo del braccialetto elettronico, e di comunicazione. Una tutela estesa anche alle figlie della donna, nate in una precedente relazione, e alla madre di lei. Il trentenne non potrà neppure presentarsi nei luoghi da loro frequentati abitualmente.

La relazione sentimentale tra i due era cominciata nel 2021. A settembre del 2024 risale l’inizio della convivenza, che si è conclusa lo scorso gennaio. La donna ha riferito di essere stata vittima di minacce e anche di percosse, raccontando tra i vari episodi di aver ricevuto un pugno in faccia che le ha causato una cicatrice al labbro e che in un’altra occasione l’uomo aveva tirato il freno a mano dell’auto che lei stava guidando in autostrada. Continue, le esplosioni di rabbia e le scenate di gelosia, scatenate anche solo dai vestiti che lei aveva scelto di indossare o dal "modo gentile" tenuto verso i colleghi di lavoro. Pure la mammografia era stata motivo di lite, perché lui non aveva gradito che il medico fosse uomo. Lei ha spiegato di avere avuto paura di lui anche perché pratica arti marziali.

Dopo la fine del rapporto, la donna ha notato più volte l’ex fidanzato passare vicino casa sua, anche se lei non aveva mai reso noto il nuovo indirizzo di casa, ha raccontato di aver trovato per due volte gli pneumatici dell’auto forati (auto che aveva cambiato, sperando di non essere più individuata) e di aver ricevuto un numero elevatissimo di telefonate anonime. Il suo ex si era persino presentato sul suo luogo di lavoro.

Per il giudice "sussiste un convergente e grave quadro indiziario, costituito dalle dichiarazioni della querelante" ma anche "assistito dai più che adeguati riscontri acquisiti finora dalla polizia giudiziaria", in particolare le chat su WhatsApp. Constata "la sussistenza di un concreto ed attuale pericolo che l’indagato reiteri condotte violente", perché dalla vicenda "traspare una personalità scarsamente incline all’autocontrollo e tendente a cedere a spinte violente e intrusive, nonostante il trascorrere del tempo". Una "personalità negativa e che rischia di debordare, se non contenuta, in altri episodi delittuosi" contro la donna. L’uomo dovrà mantenere una distanza non inferiore a 500 metri da lei, dalle sue figlie e dalla madre, e non potrà comunicare con loro in alcun modo.