
Ora si apre il toto-scommesse: cosa sorgerà sull’area San Francesco in alternativa all’impianto sportivo. Un centro commerciale oppure un data center? Nell’immaginario collettivo, sono tante le ipotesi.
I primi abboccamenti col Comune, nel marzo del 2023. Quindi l’acquisto dell’area San Francesco e l’avvio dell’iter burocratico per la variante urbanistica. Poi la virata su Milano, col programma di un San Siro bis, in condivisione con l’Inter. È durata 18 mesi la suggestione dello stadio del Milan a San Donato. Uno spauracchio per gli ambientalisti, una speranza per i tifosi e i favorevoli al progetto, di certo un argomento che per oltre un anno è stato al centro del dibattito politico e dell’attenzione dell’opinione pubblica. Benché formalmente sia ancora in essere l’accordo di programma, ossia la procedura tecnico-politica per la costruzione di un’arena da 72mila posti al San Francesco, la sensazione dei sandonatesi è che ormai tutto sia sfumato e il terreno dove avrebbe dovuto sorgere lo stadio si ritroverà, un domani, ad ospitare altre funzioni. Un centro commerciale, oppure un data center? Nell’immaginario collettivo, sono tante le ipotesi.
"Lo stadio avrebbe rappresentato un’occasione per bonificare l’area San Francesco, che oggi è degradata – è il parere di Mauro Magnani, milanista -. Attorno a quel terreno oggi gravitano gli sbandati. Una situazione che comporta anche problemi di sicurezza e andrebbe sanata al più presto: la costruzione dello stadio avrebbe portato a una riqualificazione". Non è dello stesso avviso Federico Pullara, commerciante: "San Donato – dice - ha bisogno di maggiore sicurezza da subito, non possiamo aspettare anni per avere risposte in questo senso. Serve un potenziamento dei controlli, è questa la priorità. Che ne sarà ora del San Francesco? Spero non arrivi un centro commerciale: per i negozi di vicinato sarebbe la fine".
Anche se San Donato è diventata l’opzione "b", il tema dello stadio del Milan alleggia ancora nei discorsi dei cittadini, per strada come nei bar. "Sono stata a favore dello stadio sin dal primo momento, per la nostra città avrebbe rappresentato un’opportunità di crescita – osserva Alice Antico -. Ora mi piacerebbe che quell’area conservasse la sua vocazione sportiva e vi si costruissero campi da tennis e altre strutture, circondate da spazi verdi". "Uno stadio a San Donato? Non ci ho mai creduto – afferma Pier Giuseppe Gatti, commerciante, tifoso dell’Inter -. L’area San Francesco è lontana dal centro abitato, la presenza di un’arena sportiva non avrebbe avuto delle reali ricadute sul commercio locale. Senza contare che San Donato non avrebbe i numeri, in termini di uomini e strutture, per gestire l’afflusso dei tifosi durante le partite. Meglio se le squadre restano a Milano".
Ora gli sforzi dei club, Milan e Inter, sono concentrati sul capoluogo, ma l’opzione San Donato potrebbe tornare di attualità, qualora il programma di un San Siro bis dovesse incontrare degli ostacoli, tecnici o politici, lungo il suo percorso. Si resta in attesa di conoscere gli sviluppi di una vicenda che, dentro e fuori il territorio, non smette di suscitare interesse.