Salvato cigno rimasto impigliato in un amo. Parco del Groppello invaso dalle acque

Maltempo a Cassano d'Adda: il parco naturale del Pignone invaso dalle acque dell'Adda, impedendo grigliate e visite. Intervento di salvataggio per un cigno impigliato in un amo.

Salvato cigno rimasto impigliato in un amo. Parco del Groppello invaso dalle acque

Salvato cigno rimasto impigliato in un amo. Parco del Groppello invaso dalle acque

Panorama insolito al parco naturale del Pignone nella frazione cassanese di Groppello nella giornata di Pasquetta. Niente invasione di appassionati della grigliata ma parco invaso dalle acque dell’Adda gonfiato dalle piogge di questi ultimi giorni. Il maltempo ha consigliato di stare lontani dalle rive del fiume. Le piogge di questi giorni hanno fatto alzare il livello del fiume con l’acqua che ha invaso il terreno al Pignone e interrotto il passaggio per raggiungere l’attracco della casa galleggiante.

Niente grigliate all’aperto dunque nell’area in riva al fiume gestita dall’associazione Enjoy Tribe, che sono comunque state scoraggiate dal maltempo, una rinuncia a cui si aggiunge anche quella per l’annullamento di eventuali visite delle bellezze naturale ammirate dal centro del fiume a bordo della casa galleggiante dell’associazione Enjoy Tribe. Intervento di salvataggio nel fiume poco più a monte, in zona lavatoio, a ridosso della centrale Taccani, a Trezzo sull’Adda. Dove nella giornata delle visite guidate al castello, un cigno è rimasto impigliato nell’amo di un pescatore.

Ad accorgersi delle sofferenze dell’animale è stato un cittadino di passaggio che ha subito allertato i soccorsi non potendo intervenire in prima persona.

Sul posto immediato l’arrivo di polizia locale e della Protezione civile per provare a salvare il cigno. Un agente della è entrato in acqua e ha afferrato il volatile, sfidando gli attacchi dell’altro esemplare della coppia che vive nelle acque di fronte alla città, ed ha provveduto a togliere l’amo. Un intervento che ha consentito all’animale di salvarsi senza ulteriori conseguenze.

Stefano Dati

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