
Sacchi a pelo, materassi e catenacci Dormitori-tugurio per 33 bengalesi
"In quella casa dove mi avete trovato, ci volevo restare un paio di giorni, per poi trovare una sistemazione in un’altra casa. Sono arrivato ieri sera". E ancora: "Quando sono arrivato in stazione (Centrale, ndr), ho trovato un paesano che mi ha parlato in bengalese e gli ho chiesto informazioni per trovare una sistemazione: preciso che facevo parte di un gruppo di sei persone, uno di noi ha parlato con Q. che era lì in stazione e dopo ci ha portato in quella casa". A parlare è A.I., 27 anni, uno dei venti cittadini del Bangladesh trovati dai carabinieri del Nucleo investigativo in un bilocale di via Arquà 13, trasformato da chi ne aveva la disponibilità in un dormitorio fatiscente a 20-25 euro a notte: in quell’appartamento, come dimostrano le foto che pubblichiamo in questa pagina, ogni centimetro quadrato era occupato da letti a castello e materassi. C’era spazio soltanto per un piccolo mobiletto per la cucina; e l’unico bagno per tutti aveva lo scarico rotto, con l’acqua che scorreva continuamente. Il blitz dei militari di via Moscova è andato in scena venerdì, a seguito della segnalazione arrivata da alcuni condòmini dello stabile in zona via Padova: gli investigatori dell’Arma sono entrati all’interno dell’abitazione e si sono trovati davanti una distesa di sacchi a pelo occupati da altrettanti migranti; il più grande ha meno di 40 anni, il più piccolo appena 15. Poi il controllo si è spostato in un minimarket di via Oxilia: nel seminterrato, con la porta chiusa a chiave dall’esterno con un catenaccio, c’erano altri otto bengalesi.
A valle degli accertamenti, due loro connazionali, di 39 e 41 anni, sono stati denunciati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; le indagini proseguiranno per ricostruire il giro d’affari e cercare di allargare il cerchio a chi lucra sulla disperazione di persone disposte a pagare migliaia di euro per rifarsi una vita in Europa, non necessariamente in Italia. I racconti messi a verbale si somigliano tutti tra loro. Prendiamo ad esempio quello K.M., 26 anni, che ha spiegato di essere partito dal Bangladesh il 16 febbraio scorso: "Sono andato in Kuwait e poi in Turchia. Dalla Turchia siamo passati in Romania e dalla Romania all’Italia a bordo di un tir, e siamo arrivati a Bolzano. Da Bolzano abbiamo preso il treno fino a Milano". Per il viaggio, ha aggiunto, "ha pagato mio padre 800mila Taka (l’equivalente di 8mila euro, ndr) dal Bangladesh alla Romania. In Romania, ho pagato ancora 400mila Taka a due uomini del Bangladesh". M.I., ventenne che dormiva in via Oxilia, è arrivato in Romania il 17 febbraio con un visto per studio all’Università di Costanza, ma poi "mi sono reso conto che non avevo la capacità di continuare e dall’Italia sarei poi andato in Francia, dove ho parenti e amici". Costo del trasferimento a Parigi? "350 euro".Nicola Palma