Ruby ter, Guerra e Sorcinelli: "Telefonata da Berlusconi dopo l'ultima udienza"

Le due ex 'olgettine' sono imputate nel processo insieme all'ex premier e avevano annunciato di essere pronte a raccontare tutta la verità sui festini di Arcore

Le aspiranti soubrette Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli

Le aspiranti soubrette Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli

Milano,20 ottobre 2021 - Oggi, a Milano, si è tornati in aula per il processo Ruby ter, in cui Silvio Berlusconi è imputato insieme ad altre 28 persone, accusati a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza.  A margine dell'udienza, le ex Olgettine Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, entrambe imputate, hanno raccontato di essere state contattate telefonicamente da Silvio Berlusconi dopo l'ultima udienza (il 6 ottobre ndr) nella quale si erano presentate annunciando di essere pronte a raccontare tutta la verità sui festini di Arcore. 

"Il giorno dopo la mia presenza in Tribunale ho ricevuto una telefonata da Arcore, da Berlusconi, ma io ho negato l'invito dicendo che se voleva poteva contattare i miei legali. Questa conversazione è durata 10 minuti, poi magari quando ci sarà l'udienza con i magistrati farò presente anche di questa telefonata", ha messo in chiaro Barbara Guerra che ha subito aggiunto: "I toni non erano molti amichevoli. Non ho più rapporti con lui. Quindi sentirmi chiamare dopo 24 ore dopo mesi che non ti sento è un po' strano". Barbara Guerra è insomma pronta a presentarsi in aula per difendersi: "Sono innocente. Non ho corrotto e non ho preso soldi. Anzi sono solo una vittima di questo processo".

Sulla stessa lunghezza d'onda Alessandra Sorcinelli: "Siamo due persone perbene e di buona famiglia. Invece ci siamo trovate sui giornali come due criminali, due poco di buono. Abbiamo lasciato correre sperando nel buon senso delle persone che venivano qua a testimoniare. Oggi sono qui come donna per riprendere la mia dignità che per 10 anni è stata calpestata. Io ho il diritto di difendermi e di chiarire situazioni in cui sono stata coinvolta a causa di gente che aveva la responsabilità su quanto accaduto. Onestamente non posso risponderne io. Io sono piccola così rispetto a un uomo così potente. Ho anche un po` di paura. Berlusconi ha chiamato anche ma non risposto. Non ho voluto rispondere sapendo che era lui".

Intanto, riguardo lo stato di salute di Silvio Berlusconi, il suo legale Federico Cecconi, ha fatto sapere che "c'è stato un cauto miglioramento", ma che è meglio "chiedere ai medici".  Il leader di Forza Italia all'indomani dei ballottaggi è tornato a Roma ed è più 'attivo' politicamente. "Direi di sì, lo leggo in questo modo. Personalmente ne sono lieto", ha aggiunto Cecconi. E a chi ha chiesto se il Cav potrebbe farsi sentire in aula, ha risposto: "E' una valutazione che dovremmo svolgere più avanti certamente tenendo conto delle sue condizioni di salute, ma è un'opzione certamente praticabile". Cecconi è tornato a parlare anche della lettera inviata nelle scorse settimane da Berlusconi ai giudici della settima penale nella quale, in sostanza, rinunciava ad essere sottoposto ad una perizia medico legale, disposta dai giudici dopo l'ennesimo legittimo impedimento per motivi di salute, perché contestava in particolare gli accertamenti psichiatrici. "La sua dichiarazione per come è stata recepita nella lettera inoltrata al Tribunale è molto chiara - ha chiarito l'avvocato - questo non vuol dire che non ci sia la massima forma di rispetto per il Tribunale che finora ha dato dimostrazione per ora di una obiettività nell'analisi delle risultanze processuali, fermo restando che abbiamo tutta una serie di aspetti processuali che dobbiamo andare a trattare".

Oggi, nel processo viene sentito l'ultimo teste dell'accusa, un investigatore di polizia giudiziaria che sta ripercorrendo passo passo l'attività d'indagine svolta. Indagine che ha portato il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio a contestare che il Cavaliere avrebbe corrotto con milioni di euro in totale le ospiti delle serate di Arcore affinché negassero il "bunga-bunga" sentite come testi nei processi sul caso Ruby. D

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