
di Marianna Vazzana
Quarantasette ospiti su 50 positivi al coronavirus: gli unici, su 67 anziani residenti, ai quali è stato effettuato il tampone. Degli altri 17 nulla si sa, perché non avendo sintomi non sono stati sottoposti al controllo. Non solo: in una settimana sono avvenuti altri 4 decessi (2 di persone risultate positive), il doppio rispetto al numero comunicato lo scorso 30 aprile su queste pagine. Il Covid colpisce ancora alla Rsa Baroni di via Baroni 57a al Gratosoglio gestita da Coopselios. Un focolaio che ha preoccupato i familiari degli anziani lì residenti nelle ultime settimane: "Prima – hanno raccontato al Giorno – era filato tutto liscio. Poi i primi casi sospetti hanno portato a isolare una zona rossa con tutti i sintomatici, una gialla con chi aveva avuto contatti diretti con loro e una verde per i sani. Ma questo non è bastato a evitare i decessi". Con otto morti a cavallo tra aprile e maggio. Attualmente, altrettanti anziani sono ricoverati in ospedale. "Sono in pensiero, ci era stato detto che i tamponi erano stati effettuati a tutti.
Mia mamma ha 92 anni - racconta Manuela Benaglia - ed è risultata positiva asintomatica. Sono preoccupata perché mi ha raccontato che non sente i sapori e questo, da quanto so, è un sintomo del Covid. Ora è da 15 giorni chiusa in camera. Io la sento regolarmente per fortuna. Mi sento un po’ in colpa perché da qualche mese la mamma esprime il desiderio di tornare a casa: io però sono da sola, lei è in carrozzina e ha bisogno di essere lavata, cambiata e accudita. Per questo l’ho lasciata alla Rsa, dove già vive da 4 anni. Mi ritengo fortunata perché riesco almeno a parlarle: una mia amica riesce a vedere la madre solo in videochiamata. Anche quest’altra signora è positiva asintomatica ma non riesce a parlare". Dalla cooperativa sociale Coopselios, che gestisce il polo, confermano che "la prova del tampone è stata effettuata su 50 ospiti di cui 47 sono risultati positivi e tre negativi. Agli altri 17 ospiti non è stato fatto il tampone, così come indicato dalla Regione Lombardia che prevede che i tamponi siano eseguiti solo sui pazienti che presentino sintomi correlabili a Covid-19".
L’ente spiega che gli ospiti "presentano un quadro clinico di grande fragilità e sono seguiti da un’equipe composta da operatori sanitari, personale medico, infermieristico e ausiliario", in prima linea fin dall’inizio dell’emergenza. Accertati i primi positivi al Covid, "la struttura ha avviato un piano di riorganizzazione degli spazi interni finalizzato all’attivazione di nuclei separati tra residenti positivi e negativi con l’adozione di zone filtro, ulteriori misure operative di sanificazione, percorsi separati, dotazione di presidi specifici".
Coopselios sottolinea ancora di aver sempre "provveduto a informare i familiari degli anziani residenti sulle condizioni di salute dei propri congiunti", che "il personale è stato sempre dotato dei necessari dispositivi di protezione individuale" e che "sono stati applicati tutti i protocolli di prevenzione e protezione a tutela di lavoratori e residenti" e quelli "previsti dai decreti ministeriali e dalle norme regionali". Infine, che "la situazione è costantemente presidiata dal personale attivo h24".